Abbiamo intervistato per voi il tenore Francesco Demuro. Nato a Porto Torres (Sassari) è impegnatissimo tra una produzione e l’altra della Traviata di Giuseppe Verdi. In questi giorni è impegnato con le prove ,appunto, di Traviata che sarà in scena dal 23 Marzo 2014 al Teatro Petruzzelli di Bari accanto alla Violetta di Elena Mosuc , sotto la direzione di Daniele Rustioni e la prestigiosa regia di Ferzan Ozpetek. Tra una prova e l’altra ha trovato gentilmente il tempo di rispondere a qualche mia domanda.
In questo ultimo periodo hai affrontato numerose volte il ruolo di Alfredo Germont nella Traviata di Verdi al Teatro Perèz Galdòs di Las Palmas. Qual è la tua opinione su questo ruolo che ha sicuramente accompagnato la tua carriera?
Si in effetti, questo 2014, sarà l’anno di Alfredo per me, della Traviata! Porterò questo personaggio in teatri prestigiosi, in alcuni di questi vi debutterò. Nonostante il titolo è lo stesso ogni produzione cambia, e riesco a trarre da ogni singola esperienza, maggiore padronanza del personaggio , potendo aggiungere sempre qualche sfumatura in più, arricchendolo, dandogli la giusta importanza. Ho appena terminato una produzione a Las Palmas ed è stato un bellissimo successo. Ora mi trovo a Bari per debuttarlo anche qui al Teatro Petruzzelli! E’ un ruolo comunque difficile con punti davvero ostici musicalmente che si risolvono solo con la giusta esperienza e con grande sensibilità musicale e scenica. Alfredo è un personaggio profondo, complesso. Per interpretarlo bisogna mettersi intimamente in gioco, far vivere diversi stati d’animo. C’è l’amore e l’esitazione, la gelosia il risentimento, la passione, la costernazione..il dolore. Io personalmente quando termino l’opera, vocalmente sono tranquillo ma fisicamente molto spossato, perché veramente mi lascio coinvolgere dalle note, dallo spartito, cercando sempre di tratteggiare, anche in base alle scelte registiche, un Alfredo dignitoso e credibile. E’ un ruolo che amo molto e che veramente mi sta donando belle soddisfazioni. Quest’anno debutterò dopo Bari il ruolo a Parigi, Londra, e New York.
Nel 2011 hai debuttato all’Arena di Verona proprio in Alfredo in Traviata e successivamente sei tornato nell’estate del 2013 per il tuo debutto in Romèo et Juliette. Cosa si prova a cantare in un teatro all’aperto con tutti le problematiche che ne conseguono? E soprattutto quali sono le emozioni che si provano?
Si nel 2011 c’è stato il mio debutto in Arena con appunto la Traviata. Un produzione stupenda con la bellissima regia di Hugo de Ana. Era proprio l’evento che apriva la stagione lirica e quindi ho fatto la primissima davanti ad un’ Arena splendida e gremita. Lo ricordo come una delle più intense emozioni! Quando ho alzato lo sguardo e ho visto l’anfiteatro al completo ho pensato che avrei dovuto trasformare quel grande groviglio di sensazioni in voglia di trasmettere e di dare per non rimanerne sopraffatto! Così è avvenuto ed è stata una serata magica, indimenticabile! Un’esperienza che ti tempra, ti forgia e ti aiuta poi ad affrontarne tante altre sfide impegnative. Sono ritornato l’anno passato con un’opera bellissima il Romèo et Juliette di Gonoud, anche questa un’esperienza unica. Emotivamente, cantare in Arena in un luogo così significativo ha già di per se un peso importante , in più ti scontri anche con tutte le problematiche di cantare in un luogo all’aperto, con serate che possono essere ventose, umide piovose..Tutto potrebbe compromettere in quel momento l’ottima riuscita di uno spettacolo.. Ma l’Arena è l’Arena e grazie anche alla professionalità di tutte le maestranze che lavorano dietro le quinte tutto prende forma e lo spettatore riesce sempre a godere di spettacoli incredibili..
Quali sono i titoli e i compositori che credi si addicano maggiormente alla tua vocalità?
I miei compositori, quelli con cui poi, tramite le loro opere ho costruito il mio attuale repertorio e nei quali trovo la mia naturale dimensione, spaziano tra Verdi, Donizetti , Puccini, Mozart .. Tra le tante opere direi senz’altro: Rigoletto, Traviata, Bohème, Lucia di Lammermoor , Don Pasquale, Roberto Devereux e Maria Stuarda..
Come prevedi sarà l’evoluzione della tua voce e quali ruoli senti di poter debuttare nei prossimi anni?
La mia voce è in continua evoluzione. Studio molto, senza accontentarmi, alla ricerca dell’impostazione e del suono giusto. E’ una sfida continua, un tentare di migliorarsi sempre. Credo comunque che la vera crescita avvenga sul palcoscenico,recita dopo recita. Ho un repertorio che trovo adatto alle mie potenzialità di oggi; Sono fedele alla mia vocalità, sensibilità e inclinazione naturale e trovo importante attenermi a questo. Il mio repertorio si sta ampliando e arricchendo con lo studio del repertorio francese come ad esempio il Werther e la Manon di Massenet. Ho già in programma tra i miei futuri debutti il Faust di Gounod, ed anche Les contes d’ Hoffmann di Offenbach.
Qual è la tua opinione sulla difficile situazione dei teatri italiani?
Purtroppo, questo per la cultura in Italia, non e’ buon periodo con i pesanti tagli e la poca propensione ad unire le forze e a darsi veramente da fare. Diciamo che non è un momento felice per tantissime realtà, anzi direi piuttosto critico, la crisi è ovunque ed è tangibile. Sono fiducioso però e vedo qualche spiraglio di luce arrivare da teatri in cui sembrava davvero segnata la fine. E’ anche vero che ci sono stati negli ultimi decenni cattive gestioni manageriali, sperperi ed incompetenze e sono convinto che bisogna vigilare d’ora in poi su questo ma tutto ciò non può e non deve penalizzare tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo e la cultura stessa. I teatri non devono mai chiudere, sono tra le principali fonti di arricchimento spirituale e culturale. Io Lavoro maggiormente all’estero e non c’è teatro dove ogni giorno non ci sia in cartellone un’ opera dei nostri grandi compositori italiani e qui in Italia che facciamo? Chiudiamo i teatri? La soluzione sta ne rivalutare, valorizzare e promuovere e inoltre credo che bisognerebbe iniziare dalle scuole a fare avvicinare fin da subito i giovani, i ragazzi alla musica all’arte e a tutte le bellezze vere di cui l’Italia è portatrice nel mondo! Mi viene in mente un pensiero espresso dal grandissimo maestro Claudio Abbado : La cultura è un bene primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti..
Come ti sei avvicinato all’opera lirica? E come credi che si potrebbero avvicinare i giovani all’opera?
È una storia lunga da spiegare, comunque è stato un approccio lento negli anni ed ero già adulto e con famiglia quando ho intrapreso lo studio lirico. Mi sono avvicinato ascoltando i grandi del passato. Conoscevo la potenzialità della mia voce e volevo capire fin dove potesse arrivare..Il mio è stato un percorso dove non sono mancati innumerevoli sacrifici, ma ho la fortuna di avere questa forza d’animo e se mi prefiggo un obiettivo faccio il possibile per raggiungerlo. In questo percorso devo ringraziare alcune persone, alcuni incontri che sono stati fondamentali. Prima di tutto mia moglie che mi ha sostenuto in tutti i modi, due grandi soprani sardi, la compianta Giusy Devinu, che mi ha dato la spinta per intraprendere il tutto, la mia maestra e amica Elisabetta Scanu, il mio Agente Gianluca Macheda e colui che credendo in me mi ha fatto calcare la prima volta il palco da tenore, il regista Marco Spada. Ho la grande fortuna di lavorare facendo la cosa che più amo, e mi accompagna ogni giorno un profondo senso di gratitudine. A chi inizia questo percorso dico che è fondamentale conoscere i propri limiti ma anche e soprattutto valorizzare e credere fino in fondo nelle proprie possibilità. Bisogna avere l’umiltà di ascoltare dai veri maestri, avere molta costanza nello studio, determinazione e forza nel non farsi abbattere dalle prime e continue difficoltà. Non nego anche quel pizzico di fortuna, anche se sono convinto che se si ha un talento vero oggi o domani ti viene riconosciuto! E’ importante non credere mai di essere arrivati, perché in effetti non si arriva mai, ogni volta che studi, ogni volta che sei su un palco, continui un percorso, dando sempre qualcosa di nuovo..
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Dicevo che questo è l’anno di Traviata perché veramente la canto ovunque in debutti che attendevo con trepidazione! Sarà Traviata questo mese al Petruzzelli di Bari. Poi in ordine temporale ancora nelle vesti di Alfredo al Covent Garden, Royal Opera House di Londra, All’Opera di Parigi e al teatro Lirico di Cagliari. Quest’ultimo mi riempie di gioia perché è un teatro della mia Sardegna. Ci sarà Bohème a Francoforte, A Seul un Romèo et Juliette e poi termino Il ciclo Traviata proprio a fine anno, in un teatro che credo sia un un sogno per ogni cantante lirico, il Metropolitan Opera di New York.
In bocca al lupo a Francesco Demuro e grazie!
Francesco Lodola
11/03/2014