Trovare l’Arena vuota per un’opera popolare come “Nabucco” è veramente triste. Non capiamo se il problema sia il costo dei biglietti (talvolta esagerato) o la mancanza di titoli stimolanti e diversi…..certo è che la recita di ieri sera non demeritava per qualità artistica.
La regia di Gianfranco De Bosio con le scene di Rinaldo Olivieri non è certo dinamica e innovativa ma, come abbiamo già osservato funzionale al dramma e alle esigenze di un palcoscenico enorme come quello areniano.
Julian Kovatchev è in forma eccellente. La sua è una direzione impetuosa e guerresca ma che rispetta prima di tutto le esigenze dei cantanti, non facendo mai mancare l’equilibrio tra buca e palcoscenico. Il direttore è anche generoso nel concedere il bis di “Va’ pensiero” richiesto dal pubblico. “Va’ pensiero” che sigla una prova del coro emozionante e superba. Così come ottima è stata la prova dell’orchestra.
Bene nei ruoli di contorno Paolo Battaglia (Il Gran Sacerdote di Belo), Paolo Antognetti (Abdallo) e Elena Borin (Anna).
Cristian Ricci è un Ismaele distinto e di voce timbrata mentre Anna Malavasi è una Fenena eccellente grazie ad una vocalità di prim’ordine e pronta per cimenti più ardui. Ci ha colpito in particolare il volume e il colore pienamente drammatico.
Vitalij Kowaljow (Zaccaria) non ha un timbro baciato dagli dei e presenta anche alcune disomogeneità nell’emissione, che talvolta diviene nasale, ma il personaggio è veramente marmoreo, ieratico, fiero e assolutamente nobile. L’attenzione per l’accento della parola è assolutamente notevole.
Anna Pirozzi è una delle voci di soprano drammatico più importanti di questi anni ed è sicuramente la migliore Abigaille di oggi. Innanzitutto il volume torrenziale, poi la capacità di assottigliare la voce ai pianissimi più morbidi e flautati, ma sempre sonori. Dobbiamo lodare la perfezione della coloratura drammatica, impetuosa ma precisissima. Sfolgorante, assolutamente vulcanico il Mib sovracuto alla fine del duetto con Nabucco. L’interprete è poi magnetica sulla scena. Una voce perfetta per l’Arena e per questo repertorio.
Sebastian Catana non possiede forse nè l’eleganza di Luca Salsi, nè l’impeto di Ambrogio Maestri, ma è interprete assolutamente convincente e risoluto. La sua interpretazione non è convenzionale. Il suo Nabucco non è un condottiero feroce ma è un uomo, la cui ambizione di potere, lo spinge a trascurare il suo ruolo di padre. La voce è di grande volume e di bel colore bruno e terrigno. Il fraseggio è bruciante e rilevante.
Caloroso successo per tutti con punte di entusiasmo per Anna Pirozzi.
Francesco Lodola
Non si può pretendere di far cassetto in un festival che ripropone da decenni le stesse opere , con allestimenti ormai visti e rivisti , cambia il cast ma la macchina e’ sempre quella usata da sempre . Avete ancora il coraggio di chiamarlo Festival ? di nuovo non c’è più nulla . Abbiate la consapevolezza di inserire almeno un allestimento nuovo ad ogni stagione. Fate funzionare la leva indispensabile del marketing come negli anni d’oro .
In fine date risalto a grandi direttori e alle stelle della lirica internazionale
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Lei ha più o meno centrato il punto….il problema è la programmazione che non è ben variegata…..non la qualità artistica che rimane sempre alta!
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