l’11 ottobre 2015 si è aperta la stagione concertistica dell’associazione musicale VeronaLirica con un evento in grande stile grazie alla partecipazione dell’orchestra dell’Arena di Verona diretta dal maestro Giorgio Croci. Proprio l’orchestra si è resa protagonista, grazie all’eleganza della direzione di Croci, di una esibizione assolutamente brillante, stilisticamente perfetta in ogni brano. Ci hanno colpito in particolare un’intensa e tormentata esecuzione dell’ouverture del “Tannhäuser” di Wagner e lo scintillante e cristallino bis, La danza ungherese n.5 di Johannes Brahms.
Pregevole il quartetto vocale presente.
Anna Malavasi ha offerto al pubblico la sua Azucena, dall’animo lacerato, che alterna reazioni aggressive a momenti di introversione. Tuttavia grazie alla sua bellezza in scena più che alla zingara di Verdi ci viene da pensare ad una conturbante Carmen.
Dalibor Jenis ha vocalità interessante e tornita, ma dalla tecnica non sempre ortodossa. Buona l’esecuzione di “Dio di Giuda” da “Nabucco” in cui si è apprezzata la ricerca di fraseggi morbidi e suggestivi pianissimi.
Tiziana Caruso era reduce dalla “Turandot” proprio con i complessi dell’Arena di Verona nella tournèe in Oman. La sua
prova ha messo in luce una voce dal bel timbro e dalla tecnica omogenea. I risultati più apprezzabili li abbiamo avuti in “Madre pietosa vergine” da “La forza del destino” e nel finale de “Il Trovatore” dove il soprano ha mostrato un notevole temperamento.
Rudy Park arrivava a questo appuntamento dopo il suo bellissimo successo personale in “Otello” al Festival Verdi di Parma e ha nuovamente rapito il pubblico del Filarmonico grazie al volume imponente e dal fraseggio marmoreo. Forse talvolta è difficile per lui incanalare tutta questa potenza ma riesce ad essere incisivo anche nei passaggi più lirici come nel duetto “Già nella notte densa”. Tuttavia è “Nessun dorma” coronato da una splendente puntatura che porta il pubblico ad acclamarlo.
Alla fine un caloroso successo per tutti.
Francesco Lodola