Il 1 novembre si è svolto il secondo appuntamento musicale organizzato al Teatro Filarmonico di Verona dall’associazione VeronaLirica. Ancora una volta un evento di alto livello organizzativo e artistico, a cui ha presenziato il sindaco di Verona Flavio Tosi.
La serata era presentata come di consueto da Davide Da Como che con arguzia e ironia non annoia mai il pubblico e lo prende per mano alla scoperta della musica e delle sue curiosità.
Insostituibile Patrizia Quarta al pianoforte che con la sua attenzione e la sua eleganza crea un vero e proprio connubio con le voci che accompagna.
Ospiti speciali della serata l’Arena di Verona Brass Quintet che ha proposto un vasto repertorio di genere “dixieland” : ossia il jazz che veniva suonato nei primi decenni del Novecento dai bianchi. La loro esibizione è stata contraddistinta da assoluta precisione tecnica, arguzia ed eclettismo notevole.
La prima a presentarsi al pubblico è stata Sanja Anastasia, cantante apprezzata già in Arena per le sue numerose interpretazioni. La cantante si è cimentata in alcuni dei capisaldi del repertorio mezzosopranile, “O mio Fernando” da “La Favorita” e “Acerba voluttà” da “Adriana Lecouvreur”, in cui ha messo in risalto una notevole espressività e un ottimo controllo dei suoi cospicui mezzi vocali.
Federico Longhi era reduce dal grande successo come Ford nel “Falstaff” diretto da Riccardo Muti e proprio con questo personaggio ha voluto introdursi al pubblico veronese (“E’ sogno? o realtà..”) . Le altre pagine affrontate erano “Ah! Che zucconi!” da “Gianni Schicchi” in cui il pubblico è stato coinvolto attivamente e “O sainte médaille” da “Faust”. Il baritono valdostano ha messo in luce ottima tecnica e soprattutto è apparsa sorprendente la sua capacità di entrare nei panni dei diversi personaggi e di scolpire con il giusto accento la “parola scenica”.
Andrea Caré è una bellissima realtà nella schiera, invero non ben nutrita, dei tenori italiani. Voce timbricamente molto bella e tecnicamente solida, ci ha colpiti molto in “E lucean le stelle” da “Tosca” e nei duetti da “Carmen” e “Madama Butterfly con le due partner femminili. Siamo sicuri che avrà modo di crescere ancora regalandoci belle soddisfazioni anche in futuro.
Ormai veronese a tutti gli effetti è Hui He, il soprano cinese che ha conquistato tutti i teatri del mondo. La cantante che a dicembre inaugurerà la stagione invernale della Fondazione Arena con “La forza del destino” si è cimentata in pagine da “Un ballo in maschera” (“Morrò, ma prima in grazia”), “Il Trovatore” (“Tacea la notte placida”) e il duetto dal I atto di “Madama Butterfly”. In tutte le arie ha profuso un canto elegante e dalle mille sfumature, ma sicuramente la sua Butterfly è quella che conquista per l’umanità sincera che il pubblico percepisce e apprezza.
Successo caloroso per tutti da parte di un teatro gremito che ospitava lodevolmente alcuni alunni di una scuola elementare veronese.
Francesco Lodola
Foto di Sergio Alberto Gonzalez