E’ andato in scena in questi giorni l’ultimo titolo della stagione 2014/2015 del Teatro Filarmonico e il penultimo titolo della produzione teatrale di Mozart : Il Flauto magico nel nuovo allestimento curato per la regia da Mariano Furlani, curatore anche dei costumi insieme a Giacomo Andrico, il quale si è occupato anche dei costumi. Inoltre la produzione vedeva le proiezioni video del duo artistico Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni, i Masbedo, e il disegno luci di Paolo Mazzon.
La scena era praticamente vuota, tranne per la presenza di una gabbia in cui i due protagonisti, Pamino e Tamina, si rinchiudevano, e nel II atto di una struttura che simboleggiava il portale del tempio dell’iniziazione. Il video la faceva da padrone e anche con grandissima efficacia. Innanzitutto originalissima l’idea di Furlani e dei Masbedo di creare un totale dualismo nella storia. La Regina della Notte più che appartenere alla volta stellata, appartiene alla terra, ad un mondo che sta sotto le viscere della terra e del mare. E’ una creatura fluttuante come medusa ma insieme terrigna. Il mondo di Sarastro è il mondo della saggezza, dell’ordine e della luce. Luce che però è destinata solo a coloro che hanno un’anima pura e che riescono a sconfiggere le tentazioni della natura.
La natura è però la grande protagonista delle bellissime proiezioni dei Masbedo. La natura come lo specchio in cui noi uomini ci riflettiamo, di cui ogni giorno indaghiamo il mistero e che ci pone anche degli ostacoli, superabili con la virtù e la fermezza di volontà. Anche la Natura è quindi ambigua, talvolta ci sembra di essere nel bosco di “Alice in Wonderland” del visionario Tim Burton, altre volte in quella “foresta di simboli” di Baudelaire, di cui solo il poeta e l’uomo dall’anima sincera sanno decifrare il significato.
Dal punto di vista dell’esecuzione tutto è filato perfettamente grazie ad un cast giovane, talentuoso e assolutamente entusiasta. La direzione di Philipp von Steinaecker era assolutamente raffinata, attenta ai dettagli strumentali e a non indulgere in stucchevolezze.
La palma dei migliori va Leonardo Cortellazzi (Tamino) e Ekaterina Bakanova (Pamina). Il tenore canta splendidamente con ottima tecnica ed un timbro di bellissimo colore. Ciò che colpisce è l’assoluta autorevolezza del fraseggio che alterna accensioni passionali ed eroiche a morbidi pianissimi e colori sfumati. Ekaterina Bakanova conferma come era avvenuto con la Donna Anna all’Arena, la sua totale predisposizione per il repertorio mozartiano, nel quale emerge il suo essere una grande musicista. Tuttavia non si ferma a questo ed imprime al personaggio una personalità notevole anche scenicamente. La sua Pamina incanta per il suo essere allo stesso tempo dolce e volitiva. Per entrambi eccellenti esecuzioni delle due arie (Tamino – “Dies Bildnis ist bezaubernd schön” ; Pamina – “Ach, ich fühl’s”).
Sofia Mchedlishvili è stata una Regina della Notte diversa da come siamo abituati per la diversa impostazione registica e anche musicale. Non è una strega, è una madre che utilizza la sua capacità di persuasione sulla figlia e possiede il potere di indurre gli altri a fare quello che lei vuole. E’ una sirena che con il suo canto strega coloro che la attorniano. Il giovanissimo soprano disegna molto bene il personaggio e dopo una prima aria dove forse le manca un po’ di corposità nel cantabile, sfoggia le sue carte migliori nel virtosismo pirotecnico di “Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen“.
InSung Sim è un Sarastro nobilissimo nella linea e nel timbro profondo senza essere cavernoso. Il personaggio è autorevole e altero ma anche venato di un certo sentimento paterno verso Tamino e Pamina. L’appuntamento con ” O Isis und Osiris” non è andato perduto grazie all’assoluta autorevolezza del fraseggio.
Papageno è il personaggio che più di tutti si porta il via il pubblico, perchè è il più umano, è colui che cede alle tentazioni e ai vizi degli uomini. E’ anche il ruolo a cui Mozart affida la musica più cantabile e “fischiettabile”. Christian Senn pur non avendo forse la brillantezza timbrica richiesta dal ruolo, è un eccellente mattatore e sa venare di furberia e ingenua ironia tutti i suoi interventi, risultando assolutamente lodevole.
Lavinia Bini era la sua degna compagna, una Papagena altrettanto lucente, che fa dei suoi brevi interventi dei momenti di irresistibile simpatia, tanto da farci augurare di sentirla in un ruolo ben più importante, come merita.
Ottime le tre dame: Francesca Sassu, Alessia Nadin, Elena Serra, tre voci di lusso, assolutamente adatte anche per ruoli non di semplice comprimariato.
Bene anche Marcello Nardis (Monostatos), Andrea Patucelli (L’oratore degli iniziati), Romano dal Zovo (primo sacerdote/secondo armigero), Cristiano Olivieri (secondo sacerdote/primo armigero) e i tre fanciulli (non sempre precisissimi) di Maria Gioia, Stella Capelli, Federico Fiorio.
Alla fine grande e caloroso successo per tutti da un Teatro praticamente esaurito, grazie anche alla presenza di tantissimi giovani con i loro insegnanti, ai quali è data la possibilità di assistere allo spettacolo dopo aver partecipato ad una presentazione dell’opera ed un buffet offerto nel bar del teatro.
Verona, 12 novembre 2015
Francesco Lodola
Foto Ennevi