12289590_10201038099790147_865362355635252082_nIl 5 dicembre si è svolto come di consueto l’appuntamento concertistico mensile organizzato dall’associazione musicale VeronaLirica al Teatro Filarmonico. Il concerto funestato da alcune defezioni dell’ultimo momento ha proposto come sempre un’occasione musicale di ottimo livello. 

La parte strumentale vedeva la partecipazione del maestro Roberto Corlianò, eccellente accompagnatore ma anche straordinario virtuoso dalla notevole morbidezza di suono e dalle grandi risorse tecniche. Lui stesso è l’autore di una fantasia sull’aria “Mon coeur s’ouvre à ta voix” da “Samson et Dalila” e una sui temi de “Les pêcheurs de perles” di Georges Bizet eseguita insieme con il Quartetto d’archi dell’Arena di Verona, il quale si è reso protagonista di una prova assolutamente superba. 

Il quartetto formato da: Gunther Sanin (violino), Vincenzo Quaranta (violino), Luca Pozza (viola) e Sara Airoldi (violoncello) ha aperto il pomeriggio con L’inno nazionale francese, doveroso omaggio per ricordare i fatti avvenuti a Parigi, per poi proporre il preludio del verdiano “Un ballo in maschera” , in una trascrizione dello stesso Luca Pozza, e l’intermezzo da “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini. 

Nel cast vocale quattro solisti di buon livello. Denti

Mattia Denti (basso) ci ha proposto “Vieni o levita” da “Nabucco”, “Ecco il mondo” da “Mefistofele” e “Infelice tuo credevi” da “Ernani”. In tutte e tre le pagine è emersa una voce dal timbro gradevole e profonda senza essere cavernosa nel registro più grave. Inoltre era notevole l’attenzione al fraseggio e al lato interpretativo. 

Rubens Pelizzari ha puntato su alcuni classici del repertorio tenorile come “Tu che m’hai preso il cuor” da “Das Land des Lächelns” e “Vesti la giubba” da “I Pagliacci”, che hanno entusiasmato il pubblico. La voce del tenore è apparsa sicura e notevole dal punto di vista del volume. Forse si sarebbe potuto limare di più l’aspetto del fraseggio che comunque appariva appassionato e caloroso. 

12347579_10201037731220933_563628333928030730_nNino Surguladze (mezzosopano) si proponeva in un repertorio interessante, prima con la celebre “Granada”, miniata di una sensualità inusuale, poi con un brano tradizionale georgiano, una preghiera intitolata “La faccia del sole”, in cui è emersa l’intensità interpretativa, ed infine con il duetto con il tenore dal quarto atto di “Aida”, nel quale ha delineato una Amneris affascinante, che speriamo presto di vedere sui nostri palcoscenici. 

12304281_10201035806692821_5153671002811931634_oMaria Letizia Grosselli (soprano) è stata chiamata all’ultimo momento per sostituire la prevista Maria Jose Siri, si è presentata in un repertorio di notevole difficoltà (“Vissi d’arte”, “Chi il bel sogno di Doretta”, e l’Ave Maria da “Otello) in cui è emersa la sua alta professionalità e una voce di bel timbro sostenuta da una tecnica efficiente. 

Presentava la serata con la consueta ironia e professionalità Davide da Como. 

Francesco Lodola

 

Foto di Sergio Alberto Gonzalez

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