12592755_968371023244795_7018014679687951237_nIl 24 gennaio 2016 l’associazione musicale VeronaLirica ci ha offerto ancora una volta un appuntamento musicale di ottimo livello a cui il pubblico di affezionati e appassionati soci non ha voluto mancare, nonostante il freddo. Presentava la serata con la sua consueta ironia arguta e raffinata Davide Da Como.

Al pianoforte Patrizia Quarta che da sola vale l’intera serata. La sua eleganza, il suo tocco che riesce a creare una tavolozza di colori preziosi, la sua capacità di accompagnare il canto (dote non comune a tutti i pianisti) e la sua perfetta conoscenza di tutti gli stili.

12540732_968371323244765_6040994317250323177_nMax Jota, chiamato in extremis a sostituire il collega previsto, ci ha offerto pagine che non facilmente si ascoltano come l’aria di Paolo da “Fosca” di Antonio Carlos Gomes e “Giulietta, son io” da “Romeo e Giulietta” di Riccardo Zandonai. Successivamente ha concesso un cult del repertorio tenorile come “E lucevan le stelle” da “Tosca”. Il tenore ha messo in luce una voce timbricamente molto bella e soprattutto grande intelligenza nella gestione della difficoltà vocali e nel controllo dell’emissione.
12552545_10205159057766344_1828937637511724919_nMario Cassi si presentava al pubblico veronese con ruoli nuovi come Enrico Asthon da “Lucia di Lammermoor” e Ford da “Falstaff” e ci dava un’ottima impressione grazie ad una vocalità importante e ben timbrata, che però non manca di offrire un fraseggio vario e ben cesellato. Nella seconda parte inoltre ritorna ad essere un esuberante Figaro de “Il Barbiere di Siviglia”, riproponendoci la sua interpretazione che tanto ci ha divertiti nella produzione areniana dell’estate scorsa. Ci auguriamo quindi di rivederlo presto sui palcoscenici veronesi anche in questi ruoli più lirici e corposi, che ben si attagliano al suo importante mezzo vocale.

Marina de Liso è una cantante che si è distinta nel repertorio barocco e ora si sta avvicinando anche a ruoli di più puro belcanto ottocentesco. Lodevole la sua musicalità e il nitore della coloratura. Il mezzosoprano si propone in pagine impegnative come “Tu non sai qual colpo atroce” da “Bianca e Faliero” di Gioachino Rossini e nella delicatissima “Lascia ch’io pianga” dal “Rinaldo” di  Händel. Simpaticissima inoltre nella caratterizzazione di Rosina del Barbiere, nel duetto con Cassi.

12418037_968370173244880_8266298327437684480_nDaniela Schillaci torna a Verona dopo essere stata una pregevolissima Donna Elvira in “Don Giovanni” all’Arena e ci colpisce per il suo senso del fraseggio e per la capacità di infondere alle pagine proposte una visione personale. Le pagine in cui la si è apprezzata di più sono sicuramente “Mira, o Norma” in coppia con la de Liso e “Tacea la notte placida” da “Il Trovatore” in cui ha colpito per la delicatezza vocale e di fraseggio.

Chiusura con il quartetto “Bella figlia dell’amore” da “Rigoletto” e l’immancabile brindisi da “Traviata”.

Francesco Lodola

 

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