La musica per molti filosofi è la forma di arte più alta, é quella che dalle armonie delle sfere celesti arriva sulla terra, per poi tornare da dove è nata. Dá beneficio al corpo e all’anima e per questo può diventare strumento d’aiuto, trovare nella sua finalità edonistica un altro fine, quello di unire le persone per fare del bene verso chi soffre. Il concerto del 21 dicembre nella stupenda Basilica di San Zeno, a Verona ne è la testimonianza. Nella splendida cornice di questa chiesa, capolavoro assoluto del romanico italiano, l’ABEO, Associazione Bambino Emopatico Oncologico che opera nel reparto di oncologia pediatrica del policlinico di G.B. Rossi di Verona dal 1988, ha organizzato una manifestazione il cui la musica si fondeva con la raccolta fondi per la ristrutturazione della nuova sede di Villa Fantelli. La serata si è aperta con l’esibizione dei piccoli del gruppo corale Musicanto “I Colori della Musica”, nato all’interno dell’Istituto Comprensivo di Mozzecane. Poi si é esibita la formazione corale “Il Garda in coro” diretto da Maria Rosa Finotti, formata da voci bianche e giovanili, pregevolissima nelle pagine di Mendelssohn (“Veni Domine”, “Laudate pueri” Op.39 n.1-2).

Ad accompagnarli la compagine strumentale “Ensemble Scaligero”, diretto da Alessandro Bonato, giovane direttore d’orchestra all’inizio di una bella carriera, che abbiamo apprezzato molto nel Concerto Grosso Op. 6 n.8 (per la notte di Natale) di Arcangelo Corelli.
Brillava infine la stella di Jessica Nuccio, ospite speciale dell’evento, che in poche battute ha dispiegato il suo timbro angelico e di puro soprano lirico, incantando tutti i presenti.
È bello scrivere di queste serate, perché non vi è finzione scenica o sovrastruttura fastidiose, vi è solo l’arte, che può essere la medicina migliore per tutti coloro che soffrono un’ingiustizia della vita, che si fa ancora più ingiusta quando colpisce nell’infanzia.
Francesco Lodola