Un programma tutto francese per il secondo appuntamento della stagione sinfonica al Teatro Filarmonico. Fil rouge della serata è la natura e il naturalismo musicale novecentesco, da Saint-Säens, a Poulenc, fino allo Stravinsky dei balletti russi.
Nella prima parte regna il pianoforte di Michail Lifits nel Concerto per pianoforte e orchestra di Camille Saint-Saëns N.2 Op. 22 in Sol minore, con un suono di grandissima bellezza e splendida solidità tecnica, surclassata però dall’espressività intensa, che ha modo di brillare nel notturno di Chopin, proposto come bis.
Nella seconda parte avevamo la delicatezza melodica e La Sapienza orchestrale di Francis Poulenc, compositore del quale troppo spesso si dimentica la grandezza. “Les animaux Modèles” è sotto la guida di Jean Luc Tingaud dipinta con idilliaci colori e attenzione a tutti i dettagli strumentali che indulgono anche verso la musica dei café chantant degli anni ’40.
“La sagra della primavera”, capolavoro assoluto del Novecento e grande emblema della collaborazione tra Igor Stravinskij, Sergej Djagilev (direttore dei balletti russi a Parigi) e Vaclav Nizinskij. L’impatto della direzione di Tingaud è pieno di impeto e di tensione che non viene ad esaurirsi fino all’ultima. Forse da una lettura così nevrotica perdono gli episodi più sommessi, quelli della natura misteriosa e spirituale, che si contrappone a quella pagana esagitata della poliritmia. Tuttavia ne scaturisce un affresco musicale più che convincente, grazie anche alla risposta di un orchestra dell’Arena di Verona in grande spolvero.
Francesco Lodola
28 gennaio 2017
Foto Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona