
Con grida di ammirazione per il cast e per il compositore si è conclusa la prima di “Andrea Chénier” al Teatro dell’Opera di Roma. Giordano, autore più volte posto nel dimenticatoio, è invece un compositore capace di grande musicalità e lirismo, basti pensare alle splendide romanze che dedica al tenore a al soprano. A conferma di ciò, è un grande piacere constatare il successo che quest’opera ha riscosso nel pubblico romano, che ha come punti di forza una regia intelligente e ben studiata e un cast d’eccezione. La resa, nella sua complessità, risultava cinematografica grazie al libretto che si presta ad una interpretazione di questo tipo e al registra, Marco Bellocchio, che ha saputo far ben rivivere questo “amor d’anime” ambientato durante la rivoluzione francese.

Perfetti in questa armonia creata da Bellocchio erano i costumi di Daria Calvelli e le scene di Gianni Carluccio. Un altro punto a loro favore è la dinamicità della resa complessiva, infatti, non sempre un regia moderna è sinonimo di innovazione che invece è possibile trovare in questa messa in scena tradizionale. Passando invece al cast artistico, perla rarissima è stata l’interpretazione di Gregory Kunde nel title role che, nonostante i suoi 63 anni ed un repertorio alle spalle di tutt’altro genere, ha saputo dar vita al giovane poeta Chénier mostrando forza e temperamento in tutti i registri, con particolare menzione negli acuti, saldi e squillanti.

La Maddalena di Maria José Siri risultava estremamente convincente nell’interpretazione, nell’intenzione e nel timbro naturalmente caldo e passionale, sebbene nel primo quadro non sia riuscita ad esprimere appieno queste sue qualità e, talvolta, risultava evidente una certa disomogeneità dei registri. Nonostante ciò nei restanti quadri ha saputo, grazie anche ad una tessitura a lei più appropriata, riscattarsi, tanto che negli applausi finali le sono state tributate numerose ovazioni come nel finale della famosa romanza “La mamma morta”, interpretata magistralmente. Bellissimo e particolarmente umano è stato il Gérard di Roberto Frontali, che ha saputo, vocalmente e scenicamente interpretare questo personaggio combattuto fra la causa rivoluzionaria e l’amore per Maddalena. La voce, inoltre, risultava particolarmente calda e vigorosa durante tutta la durata dell’opera.

E’ riuscita a centrare l’obiettivo l’ottima Bersi di Natascha Petrinsky che, sebbene musicalmente poco presente, ha dovuto fare i conti con un personaggio determinante. Tutto il resto del cast è stato all’altezza dello standard della serata: Duccio Dal Monte, Graziano Dallavalle, Luca Casalin, Andrea Giovannini e Timofei Baranov. Menzione d’onore ad Anna Malavasi nel ruolo della contessa di Coigny e alla vecchia Madelon, interpretata da Elena Zilio, piccolo cameo all’interno dell’opera ma che ben spiega l’ardente spirito rivoluzionario dei francesi. Per quanto riguarda coro e orchestra risultava eccellente la direzione del Maestro Roberto Abbado e la preparazione vocale del Maestro Roberto Gabbiani. Speriamo che la direzione artistica faccia tesoro del successo di questa prima per le stagioni a venire, dando il giusto peso anche ad opere veriste meno rappresentate ma che in realtà molto hanno da trasmettere al pubblico.
Sara Feliciello e Paolo Mascari