cedolinsVeronaLirica non si smentisce mai, e anche nell’ultimo concerto del 7 maggio 2017, abbiamo ritrovato più di un motivo di grande interesse musicale e artistico. L’associazione presentava un pomeriggio dedicato a Fiorenza Cedolins e ai suoi allievi, accompagnati dal pianoforte/orchestra di Patrizia Quarta, bravissima nel guidare i giovani nelle loro esecuzioni, respirando con loro e sostenendoli.
Come sempre piacevolissima la conduzione di Davide da Como, capace di intrattenere il pubblico con eleganza e simpatia, anche interagendo con esso e con i cantanti ospiti, particolarmente con la Cedolins, anche lei bravissima a reggere il dialogo con il pubblico veronese, che è ormai una seconda famiglia, come dice lei stessa. Il soprano racconta le sue quattordici stagioni areniane, la Tosca di De Ana e lo sfarzoso costume del secondo atto (ben 35 chili) e la Madama Butterfly di Franco Zeffirelli con i costumi del premio Oscar Emi Wada, che volle abbigliarla per il primo atto come nella tradizione matrimoniale giapponese, ossia con sette kimoni sovrapposti.
fiorenza-cedolinsLa prima parte era dedicata interamente alle tre voci degli allievi.
Simone Frediani (che abbandonava il concerto a metà a causa di un’indisposizione), ha una voce di bel timbro, e si cimenta in arie onerose, come “Vesti la giubba”, “E lucevan le stelle” e “Nessun dorma”.
Eleonora Filipponi è un mezzosoprano di ottime doti, quali una voce di bel timbro e una buona rotondità di emissione. Rivela inoltre buoni spunti di fraseggio, da approfondire, ma già lodevoli.
Emanuela Sala è un soprano di coloratura, che emerge nei sovracuti, sempre svettanti. Anche in questo caso si notano dettagli interpretativi molto interessanti, che si svilupperanno naturalmente con la crescita artistica.
Fiorenza Cedolins è una vera primadonna, a cui basta aprire bocca per dare una lezione di canto e interpretazione. Per un’interprete di questo calibro si può parlare di teatralità anche in concerto e questo è emerso in tutte le pagine proposte, dalla Butterfly tragicissima (“Un bel dí vedremo”), dalla Mimí ferita (“Donde lieta uscì”), alla Norma imponente nel duetto con Adalgisa (Emanuela Sala). Deliziosa l’interpretazione di “A’ vucchella” dello straordinario connubio Tosti-D’Annunzio.
Successo calorosissimo e trionfo per Fiorenza Cedolins.
Arrivederci VeronaLirica, all’anno prossimo!
Francesco Lodola

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