Una delle opere più amate al pubblico triestino, “Tosca” è stata scelta per la chiusura della stagione Lirica 2016/2017. Stagione molto ben accolta che ha visto il teatro Triestino impegnato su più stagioni, con ottimi risultati. La prima dell’opera avvenne a Roma il 14 gennaio 1900 e dopo pochi anni arrivò a Trieste con la prima replica nel 1903. L’opera è un perfetto incastro di densità e intimismo, infatti le note Pucciniane e il testo di Illica e Giacosa sono un vero capolavoro. L’allestimento scelto è una co-produzione di “Bassano del Grappa/opera festival ” e comune di Padova. La regia dello spettacolo dell’argentino Hugo de Ana è interessante, innovativa, pur rimanendo tradizionale. Curiose le proiezioni durante l’opera, anche se è poco gradita quella all’inizio del terzo atto. I costumi sempre a cura di de Ana , sono fedeli all’ambientazione dell’opera e curati al massimo. Le Luci ( anch’esse a cura di de Ana) sono piuttosto scure e rendono l’ambiente molto cupo. Floria Tosca, interpretata da Svetla Vassileva, ha ottime capacità attoriali ma la voce in molti punti dell’opera lascia a desiderare sia nel colore che nella dizione, buona interpretazione dell’aria “Vissi d’arte”.
Massimo Giordano si disimpegna dignitosamente in un Cavaradossi timido e chiuso nella prima parte dell’opera, ma molto convincente nel celebre “E lucevan le stelle “. Il baritono Angelo Veccia nel ruolo del barone Scarpia ha una voce interessante: molto buono l’utilizzo della parola scenica. Angelotti, intrepretato da Zoltan Nagy, non convince lasciando la parte piuttosto fredda. Dario Giorgelè ben si disimpegna nel ruolo del sagrestano. Buon lavoro di Motoharu Takei e Fumiyuki Kato nel ruolo di Spoletta e Sciarrone, già visti più volte nel corso della stagione di quest’anno. Ben preparato il coro “Piccoli cantori della città di Trieste” diretti dalla M° Cristina Semeraro. Bella la voce del pastore, interpretato da Emma Orsini. Buona prestazione dell’orchestra del teatro, un plauso al primo clarinetto Marco Masini. Bel suono della sezione dei Violoncelli nel terzo atto.
La lettura data dal M° Fabrizio Maria Carminati a chi scrive, ha convinto poco prendendo spesso tempi poco affini alla partitura pucciniana. Ottimo lavoro quello del coro della fondazione diretto magistralmente da Francesca Tosi. Il Teatro, particolarmente pieno, ha ben accolto l’opera con numerosi applausi, specialmente al tenore Massimo Giordano. Un allestimento di per se interessante con molti dettagli interessanti. Un bel modo per chiudere una stagione piena di successi.
La recensione si riferisce alla prima dello spettacolo avvenuta il 9 giugno 2017.
Matteo Firmi