
Il 4 agosto si sono concluse le rappresentazioni di “Carmen” di Georges Bizet alle Terme di Caracalla, con grande acclamazione del pubblico e battendo tutti i record di incassi delle precedenti stagioni estive. La recensione si riferisce all’ultima recita del 4 agosto. “Carmen” è sempre stata un’opera molto amata dal pubblico soprattutto per i temi attuali che propone, come la situazione dei gitani in Spagna (anche se è migliorata rispetto all’epoca di composizione) e il femminicidio. La Carmen della regista sudamericana Valentina Carrasco è geniale e più moderna che mai: non si concentra solamente sulla figura di Carmen e la sua uccisione, ma sposta la scena nel 2020, alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, dove lo spettatore trova difronte a sé il muro fatto costruire da Trump, i problemi tra la popolazione messicana e i militari americani ma anche le suggestioni dei colori e delle immagini tipiche della tradizione del centro-sud America.

Lo spettatore si è trovato a contatto con dei personaggi “normali”, quotidiani, che potrebbe incontrare per strada o sul treno. Nel complesso, quindi, è stato tutto molto piacevole e interessante anche grazie al coro e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, rappresentando i messicani con i loro usi e costumi. A dirigere troviamo il maestro Jordi Bernàcer, che ha accompagnato e sostenuto gli interpreti durante tutto lo spettacolo. Tra gli interpreti, menzione d’onore va a Ketevan Kemoklidze (Carmen), mezzosoprano georgiano con un grande volume ed un timbro caldo e sensuale. Attraverso la sua recitazione, inoltre, così personale e autentica è riuscita a far emozionare il pubblico, che le ha tributato numerose ovazioni.

Andeka Gorrotxategi, che ha interpretato un Don José pazzo d’amore, dal timbro passionale e toccante. Daniela Cappiello e Anna Pennisi, rispettivamente Frasquita e Mercedes, hanno dimostrato una bellezza molto particolare nei timbri, dimostrata soprattutto nel Terzetto “delle carte” con Carmen (“Mêlons!, Coupons!”). L’alto livello della serata è stato mantenuto da tutti gli altri interpreti: Fabrizio Beggi (Escamillo), Alessio Verna (Dancairo), Pietro Picone (Remendado), Gianfranco Montresor (Zuniga) e, dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Roberta Mantegna nei panni di Micaëla, un po’ debole i primi minuti ma che subito si è riscattata nel duetto “Parle-moi de ma mère!” con il tenore e Timofei Baranov (Morales).

Sara Feliciello e Paolo Mascari