21317642_1115604161906519_4742410168223918713_nSi è aperta con un grande trionfo la nuova edizione del Settembre dell’Accademia Filarmonica di Verona, un appuntamento che diviene sempre più una perla brillante della vita musicale veronese, riuscendo a portare in città le più prestigiose compagini orchestrali del mondo. Il primo appuntamento vedeva la presenza della Turkish National Youth Orchestra, una realtà musicale che coinvolge giovani dai 18 ai 22 anni, guidati da Cem Mansur, che ne è direttore principale e fondatore. Il programma proposto era impegnativo e si apriva con “Nelle steppe dell’Asia centrale” di Aleksandr Porfir’evič Borodin, un affascinante affresco sinfonico che la direzione di Mansur sa esaltare, grazie ai colori che riesce a “tirar fuori” dalla sua orchestra: mille sfumature diverse, cangianti e di “polpa” sonora avvolgente. Colori che ritroveremo in Don Juan Op.20 di Richard Strauss, in cui la precisione orchestrale prende fuoco nell’entusiasmo della narrazione sinfonica, passando dal rosso della lussuria, alla trasparenza dell’allucinazione. 21370889_1115603715239897_7650793020823557095_nLe Variazioni Sinfoniche Op.78 di Antonín Dvořák ci confermano tutto questo e sanciscono il trionfale successo della Turkish National Youth Orchestra, che ci regala con un bis, un altro gioiello, la Sinfonia da “La Forza del destino” di Giuseppe Verdi, che non ci è mai sembrata più nitida, scandita e potente, nella sua forza drammatica e nel suo intenso lirismo. Nel mezzo la partecipazione di Costanza Principe, giovane pianista italiana, che ci ha letteralmente ipnotizzati con la sua interpretazione del Concerto per pianoforte e orchestra n.3 di Sergej Vasilevic Rachmaninov. 21314712_1115604175239851_1390688292911010963_nQuesto concerto è leggendario e notoriamente denso di difficoltà tecniche, soprattutto legate alla tenuta del solista, data la lunghezza del brano. La Principe ne sciorina tutti i tecnicismi con facilità miracolosa e in più ci dona un’espressività sincera, commossa e commovente. Sembrava una Granduchessa russa per l’eleganza del tocco, la consistenza delle dinamiche e la loro intensità. Finalmente una pianista che dona a Rachmaninov la sua dimensione, non sacrificandolo a puro esercizio meccanico, ma sprigionandone l’autenticità sentimentale, senza cadere nella zuccherosità “romantica”.

Al termine un trionfo per Costanza Principe, la Turkish National Youth Orchestra e il direttore Cem Mansur.

Francesco Lodola

Verona, 3 settembre 2017

Foto Brenzoni

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