notre-dame-de-paris-di-riccardo-cocciante-10.jpgNel Settembre 2002 è andata in scena la prima Italiana dello spettacolo che ha ormai raccolto migliaia di spettatori sia in Italia sia in tutto il resto del mondo: Notre Dame de Paris.  Nato sull’idea del compositore e affermato cantante italiano Riccardo Cocciante e del librettista francese Luc Plamondon.

La prima in assoluto si tiene in Francia con il cast francese e riscuote un notevole successo.

Così, grazie al produttore  David Zard, all’Arena di Verona ritorna ancora una volta lo spettacolo tanto acclamato e a 17 anni di distanza si chiude lo show dei record nello stesso post in cui è stato concepito.

L’8 settembre 2017 è andata in scena la prima delle ultime tre date del tour: abbiamo potuto ammirare un’arena gremita, quasi sold out.

Il cast delle repliche areniane era quello storico del 2002: per il poeta Gringoire avevamo l’emiliano Matteo Setti, particolarmente noto anche per alcuni musical meno conosciuti come Casanova; per il ruolo di Clopin, il grande capo della corte dei miracoli Leonardo Di Minno; la rossa Tania Tuccinardi era Fiordaliso, promessa sposa di Febo, capitano degli arceri del re, impersonato da Graziano Galatone ben conosciuto anche per il ruolo di Renzo nel musical dei Promessi Sposi e per il ruolo di Mario in Tosca Amore Disperato.

tumblr_osdhjswpae1w493q2o4_1280.jpgNei tre ruoli paradigmatici vedevamo nel ruolo di Frollo, tormentato arcidiacono della cattedrale della cattedrale, il fiorentino Vittorio Matteucci, nome noto all’interno del mondo dei musical di tutta Italia, ricordato come il Conte Capuleti e come Scarpia.

Rispettivamente nei ruoli di Quasimodo ed Esmeralda troviamo Giò di Tonno, grande interprete e attore ben noto anche per il ruolo di Don Rodrigo nei Promessi Sposi e la stella della serata Lola Ponce, paradigmatica come gitana.

“La musica non è mai stata così spettacolare” è questa la frase che ormai caratterizza il famoso tour. Ed è questa la parola giusta per descriverlo.

Inizia un Gringoire/Setti sfavillante, con una voce piena e sempre molto intonato. Il tempo delle cattedrali viene cantato con un’emozione diversa dalle repliche precedenti, forse per l’atmosfera areniana, o forse per l’emozione della fine di questo grande tour.

Lola-Ponce“Zingara, a nessuno io parlo di me” canta Esmeralda, Lola Ponce. La voce della Ponce è sempre la stessa, se non anche più bella: limpida, aperta e forte da riempire il grande teatro romano, nonostante qualche nota non pulita per intonazione. Nonostante ciò il personaggio è talmente nelle sue corde, che oltre alle bellissime gambe, si fa ammirare per un’emotività sincera. Tuccinardi  e Galatone, come sempre, sono ammirevoli. I due cantattori, che interpretano Fiordaliso e Febo hanno una forte sintonia attoriale e riescono entrambi a rappresentare alla perfezione i contrasti di questi due personaggi. E poi c’è Di Minno, il grande Clopin, il capo della corte dei miracoli. Voce graffiante, dura e piena di dolore e rabbia per il trattamento che la corte di Parigi riserva agli stranieri. Quasimodo e Frollo rappresentano le migliori interpretazioni di Di Tonno e Matteucci, due voci storiche e due grandi attori.

Durante il primo atto, forse, gli interpreti erano agitati, ma andando avanti durante lo show hanno ristabilito il ritmo.

md3gi7gj6yr7sy4mUna considerazione va fatta anche per gli splendidi ballerini che con acrobazie e bravura hanno saputo rendere questo spettacolo ancora più grande. I Costumi e le scenografie sono semplici, ma allo stesso tempo esplicative di un’epoca, di un luogo e di una particolare scena. I Gargoyle per la cattedrale, la gabbia e le sbarre per la prigione e i corpi che vengono appoggiati per terra, accanto al corpo senza vita dell’Esmeralda rappresentavano bene l’idea della morte sia del corpo che dell’anima.

Grandi applausi a scena aperta e successo assolutamente trionfale al termine.

Insomma possiamo dire che Notre Dame de Paris è stato il musical che, nel suo genere, ha segnato un’epoca e che ha  fatto, nonostante tutto, la storia.

Cornelia Marafante e Francesco Lodola

Verona, 8 settembre 2017

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