
Čajkovskij diceva che non gli sarebbe mai stato possibile mettere in scena storie inverosimili di principesse africane, discostandosi in questo modo da Verdi e dal suo teatro. Bene il buon Pëtr nonostante tutto non è poi così lontano dal nostro caro Peppino. Dietro il grande cigno di Russia c’è lo stesso “sentire” del cigno di Bussetto. Come in Verdi c’è tutta l’Italia, così in Čajkovskij c’è tutto l’impero russo. Non è una banalità e non è neanche un generalizzare. Non parliamo di folclore, ma di rappresentatività di un’interiorità nazionale. Il compositore di Votkinsk sa dare corpo alle pulsioni più raffinate della Russia zarista, e al selvaggio slancio della melodia, turgida ed epidermica. Per questo sentir suonare questo autore dall’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo è un’emozione straordinaria. Non è detto che un’orchestra eccella nel proprio repertorio nazionale, ma in questo caso è diverso. Emerge nel corso della serata del 12 settembre una passione, una energia e un modo di “vivere” la musica che solo questa compagine orchestrale ha.

Ci ha colpito la bellezza del suono, la sua vibrazione più intima e più focosa allo stesso tempo, che oltre che nel Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in si bemolle minore Op. 23, splendeva in “Sheherazade” Op. 35, in un’esecuzione incredibile. Straordinaria la direzione di Yuri Termikanov, che si conferma una delle bacchette più autorevoli in campo internazionale, capace di grande sensibilità interpretativa e di impennate passionali e vellutate. Nel concerto grande protagonista Beatrice Rana. Un enorme piacere avere la possibilità, solo a pochi giorni di distanza, due pianiste italiane di straordinario talento, Costanza Principe e Beatrice Rana. La Rana, debuttante a Verona, si esibiva in una performance commovente, per la ricchezza coloristica, la dolcezza espressiva e i pianissimi impalpabili. Particolarmente emozionante il legato, straordinariamente morbido e con ampia possibilità di cambio di dinamiche. Una nuova serata trionfale per il Settembre dell’Accademia Filarmonica di Verona.
Francesco Lodola
Verona, 12 settembre 2017