callas20in20norma201954.jpgDopo 40 anni dalla morte di Maria Callas, non è possibile renderle omaggio degnamente , senza passare per uno dei suoi cavalli di battaglia, Norma. Ma, per capire il legame intrinseco fra un’artista immensa e questo ruolo, è bene mettere in chiaro che: Norma non è un ruolo, non è un’opera, non è un melodramma. Essa è, se fosse possibile definirla con completezza, un monumento, un patrimonio culturale, frutto del genio artistico di Vincenzo Bellini, che sfugge a qualsiasi etichetta o classificazione. Questa inafferrabilità è il destino comune a tutte le grandi opere frutto dell’ingegno umano le quali, una volta create, divengono enormi e indefinibili. Ma un’opera musicale, non è un’opera d’arte come tutte le altre, infatti non avrebbe senso senza un interprete che la renda viva; se poi l’interpretazione è prodotta, oltre che da strumenti meccanici, anche dal canto, si arriva ad un prodotto unico ed irripetibile che si differenzia di esecutore in esecutore e di esecuzione in esecuzione.

efr.pngE’ possibile affermare senza timori che Maria Callas sia stata, ed è ancora, La Norma. Poche volte nella storia dell’opera si giunge ad un binomio così perfetto, una simbiosi totale e viva come Maria Callas interprete di Norma. Con lei si è creata una immedesimazione così assoluta da creare un mito ed una leggenda, capace di far tremare ogni soprano che successivamente si sia accostata a questo ruolo. Un ruolo impervio scenicamente e vocalmente, la protagonista è infatti, nel susseguirsi delle vicende, la donna innamorata che spera nel ritorno dell’amante, la donna tradita, addolorata, che trasforma il suo dolore in rabbia e vendetta; la donna che si sacrifica, e proprio nel sacrificio conosce la serenità e ritrova l’amore. Ad un così fitto susseguirsi di vicende corrisponde una vocalità impervia poiché ibrida: alterna infatti momenti di grande lirismo con frasi morbide e legate in pianissimo, come nella celebre “Casta diva”, momenti di pura arte belcantistica, come la cabaletta e il duetto con Adalgisa del secondo atto; momenti in cui ci deve essere un torrente di suono e centri profondi nelle invettive della conclusione del primo atto e del duetto/confronto con Pollione a metà del secondo atto, per arrivare a quella gemma che è la conclusione dell’opera.

dcfvgb.pngCon termini moderni definiremmo questa vocalità di soprano drammatico d’agilità, ed è per queste caratteristiche che Maria Callas diventa l’interprete ideale, dotata di un grandissimo volume e di centri profondi e pieni, rendeva la sua interpretazione eccellente nelle parti più drammatiche; ma grazie ad una grande estensione vocale e ad un grande canto di agilità, ella era perfetta anche nelle parti più tradizionalmente belcantistiche. Poche altre riuscirono nell’impresa di riunire tutte queste caratteristiche e ad essere credibile sulla scena così come lo era La Callas, che ha portato questo ruolo nei più grandi teatri del mondo e incidendo edizioni magnifiche, una delle più fortunate è forse la sua prima incisione dell’opera, attraverso la casa discografica EMI, insieme a Mario Filippeschi ed Ebe Stignani nel 1954. Del 1960 è la seconda edizione, magnifica per il fraseggio sempre più levigato e neoclassico. Legato alla Norma è anche uno degli incidenti più controversi della carriera della “divina”, l’appellativo che la Callas si era guadagnata grazie ai numerosi successi, nel 1958 fu infatti chiamata a cantare la massima opera belliniana presso il Teatro dell’Opera di Roma, in cui la Callas nei primi anni in Italia aveva cantato molto, in una serata di gala alla presenza del presidente della repubblica. fdvghj.pngLa protagonista accusando afonia interruppe la recita, credendo nell’intervento della sostituta, che invece il massimo teatro capitolino non aveva (la Callas era insostituibile). Morale della storia, all’annuncio della recita annullata la sala del Costanzi fu invasa dai fischi, non è ancora chiaro se diretti alla cantante o se alla sovraintendenza. Fatto sta che la registrazione è presente su youtube e sebbene non come le recita dei primi anni 50, la Callas stava conducendo uno spettacolo di alto livello artistico, il che farebbe pensare che la protagonista non abbia apprezzato, o comunque , si aspettasse un’accoglienza più generosa da parte del loggione romano. La questione finì addirittura nei palazzi di governo e solo nel 1971 la Corte d’Appello Suprema aveva proclamato la fine del processo in favore della cantante greca. Maria fu molto colpita dal fatto che questa sua vittoria fosse finita solo su un paio di giornali, mentre lo scandalo aveva tenuto banco per anni.

 

vvdffMa non sarà sicuramente una recita ad intaccare l’immagine di una diva e di un mito che ha servito fedelmente la musica donandosi sempre al massimo al proprio pubblico, arrivando così ad unirsi al Pantheon dove siedono i grandi musicisti, chissà, magari accanto allo stesso Bellini. La Callas tornò ad essere ad Epidauro e infine a Parigi tra il 1964 e il 1965, in alcune recite leggendarie con la regia di Franco Zeffirelli, che nonostante le condizioni vocali non più freschissime ribadivano la totale compenetrazione tra Maria Callas e il personaggio di Norma.

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Paolo Mascari

 

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