Philippe Daverio definì qualche anno la città di Verona come un museo addormentato, in cui la vita culturale è spenta, talmente tanto da far assopire anche gli elefanti dell’Aida. Così non sembra a vedere l’affluenza di pubblico al primo concerto di VeronaLirica. L’associazione che ha nel presidente Giuseppe Tuppini, la colonna portante, diventa ogni anno di più un prezioso appuntamento per tutti gli amanti dell’arte, impreziosendo la vita musicale della città scaligera. A questo proposito ricordiamo che è ancora possibile in occasione dei prossimi due concerti tesserarsi, con un prezzo vantaggioso per gli Under30, soli 20€, rispetto agli 80€ del prezzo intero (Qui per i dettagli).
Al pianoforte l’assoluta eccellenza di Patrizia Quarta, accompagnatrice di primo livello, una vera “orchestra”, come l’ha definita il bravissimo presentatore Davide da Como.
Carlo Ventre è stato premiato come “Radames 2017” per le sue numerose interpretazioni areniane nei panni del condottiero egizio e si è presentato in quest’occasione in grandissima forma, intenso ed appassionato in tutte le pagine affrontate, da “Recitar!…Vesti la giubba..” da “I Pagliacci” a “E lucevan le stelle” da “Tosca”.
Nonostante la febbre non mancava all’appuntamento Nicola Ulivieri, che sostituiva l’inizialmente previsto Andrea Mastroni. Il basso si proponeva nel suo repertorio d’elezione, ossia Mozart (“Non più andrai farfallone amoroso”) e Rossini (“La calunnia è un venticello”), oltre che una perla come “La Mort de Don Quichotte” di Jacques Ibert.
Di voce voluminosa e di timbro scuro Boris Statsenko colpisce per delle letture interessanti e interpretativamente di livello. Convince con il Credo dello Jago verdiano, ma ancor di più come Michele de “Il Tabarro” (“Nulla! Silenzio!).
Anna Maria Chiuri è dotata di una vocalità importante e dalle qualità timbriche di peculiare spessore. Il fraseggio e un’indubbia e affascinante presenza scenica giocano un ruolo fondamentale. Il repertorio proposto, da “O ma lyre immortelle” dalla “Sapho” di Gounod, alla grande aria “Da, chas Nastal! Prostite Vy” da “La Pulzella d’Orléans” di Čajkovskij, fino ad una esecuzione di “Mon coeur s’ouvre à ta voix” di raffinata ricerca coloristica.
Susanna Branchini è un’interprete formidabile, le cui qualità vocali (un timbro particolare e di grande forza drammatica) si uniscono a capacità di attrice da vera fuoriclasse. Abigaille e Lady Macbeth ne vengono sbalzate a tutto tondo, con una sicurezza in tutta la gamma quasi unica nel panorama delle voci drammatiche odierne. Emozionante “L’altra notte in fondo al mare”, aria insidiosa per i troppi modelli del passato e per la scrittura espressionista. La Branchini ci ha dimostrato come anche in un’esibizione da concerto si può vivere il personaggio.
Un successo trionfale per una stagione che si prospetta di enormi soddisfazioni artistiche.
Francesco Lodola
Verona, 15 ottobre 2017