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©Ramella&Giannese – Edoardo Piva

Dopo il successo del Tristano e Isotta, che ha aperto la stagione 2017/2018, si è tornati in terra italiana, con l’ultimo capolavoro del Maestro Giuseppe Verdi, nonché unica opera buffa da lui mai composta, e spesso considerata testamento musicale del cigno di Busseto.
Il Teatro Regio di Torino, per il ritorno in scena dell’opera, che mancava dalla produzione del 2007 firmata da Pier Luigi Pizzi, ha scelto un nuovo allestimento, questa volta firmato dal regista Daniele Abbado, caratterizzato da un forte e marcato minimalismo scenica.
Proprio questa semplicità, spiazzante all’aprirsi del sipario (soprattutto nel caso in cui si abbia magari in testa il celebre allestimento di Busseto del 1913 per il centenario della nascita di Verdi, ripreso poi nel 2001 per il centenario della morte), riesce nel corso dell’opera a convincere anche i più scettici.

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©Ramella&Giannese – Edoardo Piva

Le scene di Graziano Gregori accompagnano lo spettatore a focalizzare l’attenzione sulla grande piattaforma circolare inclinata, elemento scenico principale presente in tutta l’opera e sul quale si svolge l’intera vicenda, nella quale i pochi ulteriori elementi (un letto, delle lenzuola bianche, sedie e tavoli, la cesta da bucato, delle stilizzate pareti di una casa…) appaiono quasi solo come un ausilio nel delineare le varie azioni.
Questa piattaforma rivestita da assi di legno e “forata” da numerose botole non può che essere associata ad un “palcoscenico sul palcoscenico”, in una implicita evocazione di un’atmosfera da teatro elisabettiano.
Curati, anche se monotoni, i costumi di Carla Teti, che senza una precisa collocazione temporale contribuiscono ad un voluto senso di leggerezza nell’opera.
Ottime le luci di Luigi Saccomandi, specialmente nella scena della burla di mezzanotte nel bosco.

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©Ramella&Giannese – Edoardo Piva

Sul versante musicale il Maestro Donato Renzetti, subentrato ad un infortunato Daniel Harding, segue la linea di interpretazione del regista, fornendo una lettura della partitura fresca, leggera, e curata nelle dinamiche e nei preziosi equilibri di volume coi cantanti; ed in tutto questo l’orchestra del Regio lo segue magistralmente.
Ottimo anche il coro diretto dal Maestro Claudio Fenoglio.
Carlos Álvarez, inizialmente previsto come protagonista nel primo cast, è stato costretto a rinunciare al ruolo nella recita in questione, per un’improvvisa indisposizione; lo ha sostituito il basso-baritono Carlo Lepore, già scritturato nel secondo cast, che è riuscito a modellare un personaggio autentico e veritiero, dalle mille sfaccettature: impacciato e maldestro, quanto scaltro e spigliato; indisponente e molesto, quanto riguardoso ed ossequioso. Sul piano vocale le qualità non mancano: la posizione e la proiezione del suono è eccellente; il timbro scuro, da vero basso, e gli acuti perfettamente centrati e sostenuti, da vero baritono; curato e assai espressivo poi il fraseggio.

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©Ramella&Giannese – Edoardo Piva

Ford è interpretato da Tommi Hakala, baritono dal timbro e dalla linea di canto puliti, che emerge soprattutto grazie ad un’ottima abilità nel recitare e nel porsi in scena, ricoprendo sapientemente il ruolo.
Il tenore Francesco Marsiglia ha una splendida voce chiara e limpida da tenore leggero, sostenuto da un’ottima tecnica che gli permette di posizionare perfettamente le note in maschera e dar vita ad un suono che passa l’orchestra senza alcuna difficoltà.
Mrs. Alice Ford è interpretata dal soprano Erika Grimaldi, ormai di casa al Regio, che ancora una volta ha dato sfoggio di un bellissimo timbro molto femminile e sensuale, così come nell’interpretazione sul piano scenico.
Il soprano Valentina Farcaş rende perfettamente sia scenicamente sia vocalmente la giovinezza e la leggerezza che il ruolo di Nannetta richiede, con movimenti agili e vivaci e con un timbro chiaro, pulito e luminoso.

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©Ramella&Giannese – Edoardo Piva

Ottime e affiatate anche le due celebri “barocchiste” Sonia Prina e Monica Bacelli, rispettivamente nei ruoli di Mrs. Quickly e Mrs. Meg Page.
Completano il cast gli altrettanto convincenti Andrea Giovannini come Dottor Cajus; Patrizio Saudelli come Bardolfo e Deyan Vatchkov come Pistola.
La serata si conclude nel successo generale, dopo una perfomance equilibrata e più che soddisfacente, con particolare trionfo per il protagonista Carlo Lepore.

Stefano Gazzera

Torino, 26 novembre 2017

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