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©Joan Tomàs / Fidelio Artist

In occasione de “La Sonnambula” in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 18 febbraio al 3 marzo, abbiamo avuto il piacere di intervistare Juan Francisco Gatell, al suo debutto nel ruolo di Elvino. Gatell è un volto già noto al Costanzi per i difficili ruoli del belcanto….abbiamo potuto parlare con lui del suo rapporto con questo repertorio e con l’Opera di Roma…

Come ti sei avvicinato al canto e all’opera?
Mi sono avvicinato a piccoli passi. A casa quando ero piccolo si ascoltava tanta musica di tutti i tipi: avrei potuto cantare folklore argentino, tango come l’opera. Quest’ultima mi piaceva un po’ di più…ricordo che piccolino ascoltavo già i dischi o le cassette di Caruso che avevo in casa. Ho sempre voluto cantare, ma i miei genitori prima mi mandarono a studiare pianoforte e poi, a 17 anni, appena cambiata la voce, ho iniziato a studiare canto. Nel frattempo comunque ho fatto tante cose ma credo che questa sia quella uscita meglio!
Diverse volte sei stato ospite al Teatro dell’Opera di Roma…come ti trovi a lavorare qui?
Mi trovo come a casa! Conosco bene il teatro e conosco tutti, tutti mi vogliono bene e io voglio bene a tutti! Ho bei ricordi legati a Roma, qui è anche nata mia figlia durante una produzione, quindi è come stare a casa.
Tu pensi ci sia una differenza tra i teatri italiani e i teatri esteri?
Per me ci sono tante differenze, in bene e in male. Sicuramente i teatri esteri sono molto più organizzati ma in Italia c’è proprio l’”italianità”, che è una cosa che non si impara. Il modo di suonare delle orchestre, di cantare dei cori è diverso in un modo che non può essere spiegato a parole ma è qualcosa che bisogna vivere.

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©Gianni Ugolini

Come affronti lo studio di un personaggio?
Cerco di vedere da dove è tratta l’opera in cui è presente il personaggio e inizio a studiare proprio le parole che pronuncia leggendo il libretto attentamente, cosa molto importante. Naturalmente tutto questo dipende anche dal tempo, poiché certe volte si ha una produzione dietro l’altra e non si può approfondire più di tanto. Ad esempio io cerco di non ascoltare mai registrazioni durante lo studio ma nel caso abbia poco tempo aiuta tantissimo l’ascolto per imparare a memoria un ruolo.
C’è un compositore che ti sta particolarmente a cuore?
Mozart, assolutamente! Secondo me Mozart è la cuspide della curva della musica. Dopo di lui è tutto bellissimo, ma è una bellissima decadenza: è musica “Terrenale”, terrestre, mentre Mozart è dell’altro mondo, la sua è una musica che era scritta nell’armonia celeste.
Parliamo di “Sonnambula”…com’è questa produzione?
Mi piace molto. La regia, le scene sono bellissime. Secondo me la Sonnambula è l’incubo dei registi, perché è molto particolare, non sempre viene fatta per bene, mentre in questo caso è risolta in maniera eccellente.

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©Amati Bacciardi

E come vedi il personaggio di Elvino?
Tutti lo vedono come uno un po’ “mieloso”, mentre per me è solo spocchioso. Prima di stare con Amina è stato con Lisa e chissà con quante altre…Amina però è diversa da tutte, ma appena dubita della sua fedeltà la lascia, perché a lui, il ricco del villaggio, questo non doveva farlo. Nell’ultima aria un po’ si rende conto che comunque non si è comportato bene nei confronti di Amina ed è quello che cercherò di fare io in scena.

Secondo te quali sono le difficoltà che può incontrare un cantante in un’opera e con un autore del belcanto, come appunto Bellini?
Nel mio caso, avendo cantato poco Bellini, che nonostante sia belcanto come Donizetti e Rossini è completamente diverso da loro, ho dovuto lavorare sopratutto sulla parte stilistica. Inoltre credo che questo ruolo, insieme a Idreno della Semiramide, uno dei ruoli più difficili che abbia mai fatto. È tosto, ha diverse difficoltà tecniche e non bisogna mai perdere la concentrazione, perché l’opera è lunga e non si possono sprecare energie!

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©Joan Tomàs/Fidelio Artist

I tuoi prossimi impegni…
Dopo questa Sonnambula andrò subito ad Amsterdam a fare “La morte di Orfeo”. Poi debutterò Rodrigo ne “La donna del lago” a Lausanne, farò Don Ottavio a Torino e dopo tornerò a Roma per “Il flauto magico”.
Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere una carriera musicale?
Secondo me la prima cosa da avere è la passione quasi ossessiva, perché questo lavoro richiede tanto tempo, tanta attenzione e se non lo fai perché ti appassiona può essere una tortura, penso come ogni lavoro. Sicuramente se ti appassiona lo farai bene, bisogna crederci!

Grazie a Juan Francisco Gatell e In bocca al lupo!

Sara Feliciello

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