
Dopo il tanto contestato “Die Zauberflöte”, quest’anno il teatro cittadino ci propone “Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti”, sempre del geniale Wolfgang Amadé. L’allestimento in scena è quello visto durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2015. La produzione vede la regia di Giorgio Ferrara, ripresa da Patrizia Frini, mentre a curare scene e costumi sono nientepopodimeno che Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Dopo aver visto lo spettacolo, si può ben dire che musica ed allestimento viaggiano su due binari totalmente diversi. Bellissimi i costumi, curati in ogni minimo dettaglio, scene semplici ed essenziali, degne di un Premio Oscar. Interessante la regia, che, d’impianto quasi minimalista, rende essenziale ogni movimento. Tutta la costruzione dello spettacolo rappresenta un continuo confronto tra commedia dell’arte e opera moderna. L’impianto musicale dell’opera è stato affidato al Maestro Oleg Caetani, il quale ha dimostrato una buona conoscenza della partitura. Risultano tuttavia troppo veloci i tempi dei recitativi che, in numerosi momenti, rendono difficile la corretta comprensione del lavoro mozartiano. Limpido e chiaro il suono dell’orchestra triestina, che ha ben mantenuto uno stile italiano.

Dorabella e Fiordiligi, interpretate rispettivamente da Gioia Crepaldi e Chiara Tirotta, si son ben disimpegnate nel ruolo affidato. Interessante la voce della Crepaldi, che ha saputo mantenere una coloratura vocale saldamente collegata alle intenzioni mozartiane. Guglielmo e Ferrando hanno fatto emergere grosse differenze vocali e di bilanciamento. Buona la presenza scenica sia di Giuseppe Esposito che Ruzil Gatin, i quali nelle arie d’assolo hanno ben convinto il pubblico presente. Divertenti ed Esuberanti Capucine Daumas e Alessio Cacciamani, artefici dell’ingegnoso tranello come Don Alfonso e Despina. Il coro preparato dalla Maestra Tosi ha ben interpretato le parti ad esso riservate, con voce salda e piena. Un cast di giovani, in buona parte debuttanti a Trieste, che si sono fatti ben volere, e numerosi applausi dal pubblico presente.
Matteo Firmi
Trieste, 21 aprile 2018