Una fresca serata accoglie l’allestimento di Traviata, ultima opera della stagione lirica 2017/2018 del teatro Verdi. Un allestimento con i piedi per terra, quello che Giulio Ciabatti propone: una regia semplice ma perfettamente funzionale, sentita nell’animo. L’impianto scenografico dell’opera è affidato a Italo Grassi, che con pochi oggetti scenici e colori tenui contribuisce ancor più alla lettura profonda di questo capolavoro verdiano. La direzione dell’opera è affidata a Pedro Halffter Caro, un direttore preparato che ha ben studiato questa partitura nel dettaglio, con risultati veramente ottimi. I preludi del primo e terzo atto hanno regalato emozioni uniche, la lettura delle scene d’assieme non è stata sempre perfettamente pulita, ma eseguita con moltissima attenzione alla parte cantata. Pedro Halffter Caro è un direttore che riesce a dare tantissimo all’orchestra, che lo segue con vera adorazione. La gestione corale di questo allestimento, affidata alla Maestra Francesca Tosi, è sembrata più tonica e sicura rispetto alle altre opere della stagione. Buone le entrate delle singole sezioni in “Dell’invito trascorsa è già l’ora”, ottima la parte del secondo atto “Oh, infamia orribile”.

Veramente ottima la gestione delle dinamiche nelle scene d’assieme. Luciano Ganci si e ben disimpegnato nella parte di Alfredo- degna di nota la sua ” Lunge da lei…De’ miei bollenti spiriti”-, anche se in vari punti dello spettacolo è spesso risultato vocalmente sbilanciato nelle scene con Violetta, quest’ultima interpretata da Gilda Fiume. Il giovane soprano ha dimostrato di essere dotato di un’ottima voce nel terzo atto; veramente commovente la sua lettura di “Addio del passato”. Nei primi due atti dell’opera, la cantante è sembrata più intimidita, sicuramente a causa delle poche prove (ricordiamo che il soprano è subentrato nella produzione solo qualche giorno prima della prima) . Bella l’interpretazione del baritono Filippo Polinelli nella parte di Giorgio Germont. Di buon gusto le coreografie di Guillermo Alan Berzins, da lui stesso ben interpretate assieme a Marijana Tanaskovic.

Traviata chiude una stagione fatta di alti e bassi, con momenti veramente interessanti, come la lettura delle pagine sinfoniche di Stokowski, Berg e Berlioz a cura di Pedro Halffter Caro, le lezioni concerto tenute da Ezio Bosso sull’Ave Verum Corpus e sulle differenze tra Mozart e Rossini, la giovane Marily Santoro quale Leonora nel Trovatore, la cura dettagliata dell’allestimento di Così fan tutte. C’è chi è stato capace di dire che questo non è teatro. Aquelle persone chiedo se saprebbero fare meglio, naturalmente con le stesse finanze. Io ritengo che questa stagione sia stata tendenzialmente positiva, il teatro sta lavorando e di questo va dato merito a tutte le maestranze. Da musicista ci sono delle cose che avrei fatto in modo diverso, ma la bellezza della musica è anche questa: confrontarsi con idee diverse. Da cittadino posso ben affermare che il teatro c’è, sta crescendo, e di questo sono ben felice. Cosa ci offrirà la Fondazione per la stagione 2018/2019 non lo sappiamo ancora, ma noi di Ieri, Oggi, Domani, Opera ci saremo!
Matteo Firmi
Trieste, 22 giugno 2018