L’energia di Daniel Oren si fonde alla perfezione con Aida, di cui il Maestro conosce ogni piega, ogni infinitesimale dettaglio, così da regalare alla sua ultima recita areniana di quest’anno (11 agosto), un’Aid intensa, matura, ispirata. Oren riesce a portare da ormai trantacinque anni l’Orchestra dell’Arena di Verona ai suoi più alti livelli e anche in questa occasione ci viene confermato. Tutto questo nonostante un vistoso incidente con la banda interna durante la Marcia trionfale, che ha lasciato sole le Chiarine ad un pistone. Un altro Maestro sarebbe andato nel panico probabilmente, mentre Oren ha saputo tener testa a tutto con maestria impareggiabile.

Sul palcoscenico un cast omogeneo con Carlo Bosi quale lussuoso Messagero (difficile udirne di migliori) e la brava Arina Alexeeva nei panni della Sacerdotessa.
Bravissimi Romano Dal Zovo (Il Re) e Marko Mimica (Ramfis), ormai entrambi non più giovani promesse, ma splendide realtà nel panorama dei bassi.
Felicissimo debutto per Federico Longhi nel ruolo di Amonasro, bravissimo nel delinearne gli accenti aggressivi e quelli più spiccatamente lirici. Finalmente un Amonasro che esegue la smorzatura di “Suo padre” e che si sforza di eseguire tutti i colori prescritti da Verdi, che sono mille e anche di più. Longhi aveva la dizione migliore di tutto il cast, e si sa il canto “sulla” parola è un’arma vincente. Una prova preziosa e da tenere a mente.

Brillante la prova di Judit Kutasi, giovane mezzosoprano in ascesa al debutto in Arena. La sua è una Amneris giustamente giovane e fresca, che svetta in tutta la gamma, anche con un accorto utilizzo della voce di petto. Nonostante un piccolo refuso di parole durante la Scena del giudizio, la sua è stata davvero un’interpretazione pregevole e siamo sicuri che perfezionando la parte vocale e la dizione, avremmo una meravigliosa artista.

Abbiamo trovato Carlo Ventre al suo meglio, un solidissimo Radames che non teme la sortita di “Celeste Aida”, affrontata con baldanza e squillo. Il suo è un personaggio eroico e di piglio tutto tenorile, che gioca le sue carte migliori nelle frasi di canto sfogato e appassionato.
Maria José Siri conosce alla perfezione il ruolo di Aida e lo si nota nella sicurezza musicale e nella varietà degli accenti. È raro sentire un “Ritorna vincitor” così curato. Sono delineati alla perfezione i cambiamenti dell’animo del personaggio di Aida, con grande energia e musicalità. Sempre lodevole l’attrice, partecipe e di notevole reattività drammatica.

Luminosissimi i momenti dei ballabili con Beatrice Carbone e soprattutto Petra Conti e Mick Zeni, capaci di cogliere il momento galvanizzante dei ballabili del Trionfo.
Sullo spettacolo di Franco Zeffirelli c’è poco da aggiungere. È uno spettacolo esagerato, super affollato, ma sempre convincente e nella migliore tradizione areniana.
Alla fine un grande successo.
Francesco Lodola
Verona, 11 agosto 2018
Foto Ennevi per Gentile concessione Fondazione Arena di Verona