Apre la stagione sinfonica del Teatro Verdi, primo concerto affidato a Pinchas Steinberg con Sergey Krylov al violino

Trieste- Nella serata di ieri è stata inaugurata la stagione sinfonica 2018 del Teatro Verdi di Trieste.Il concerto d’apertura totalmente dedicato a Beethoven ha visto salire sul palco Pinchas Steinberg alla direzione e come violino solista Sergey Krylov. Il programma della serata presentava due pagine di livello come  il concerto in Re maggiore per violino op 61 ela 5°sinfonia. Paolo Rodda, direttore artistico del teatro, ha recentemente dichiarato: “La significativa presenza di autori come Haydn, Mozart e Beethoven nei concerti della stagione sono un omaggio allo stile classico”.

©️Fabio Parenzan[[[[[[
Proprio lo stile classico ha visto Sergey Krylov rendere unica l’esecuzione del concerto, molto compatto il suono dell’orchestra (interessante l’amalgama degli archi,di ottimo gusto la lettura di Steinberg che crea una cartolina musicale piena di emozioni.La tecnica di Krylov sfoggiata nelle pagine di Beethoven dimostra ancora una volta la grandezza di questo interprete .Il Concerto in Re magg. è totalmente incentrato sullo stile classico, di forma tripartita.Questo lavoro è una delle piu importanti pagine virtusistiche mai scritte ed è il vero inzio dell’equilibrio tra sinfonismo e solista nei concerti dell’800: il concerto scritto per Franz Clement, direttore musicale del Theater an der Wien,ha visto la prima esecuzione il 23 dicembre 1806 e leggenda narra che il solista dovette suonare con una sola prova (voci discordanti dicono senza prove). Il concerto non ebbe da subito grande fortuna, anche se sin da subito la critica approvò la composizone tanto che dovette aspettare gli anni 40 dell’800 per essere considerato tra le pagine virtuosistiche.

©️Fabio Parenzan

Il pubblico presente in sala ha ripagato appieno il solista con numerevoli applausi, portando Krylov a regalarci due bis. Dopo la pausa il concerto è ripreso con quella che si può definire la sinfonia per eccellenza “5 °Sinfonia in do min. op. 67”: la sinfonia eseguita innumerevoli volte porta sulle spalle un’immagine un po’ troppo kitsch, infatti si narra che l’incipit iniziale sia un battito sulla porta di casa sentito dallo stesso Beethoven. Il direttore Steinberg, nell’incontro con la stampa di giovedì pomerggio, ha fatto notare come questa sinfonia spesso abbia delle interpretazioni un po’  troppo lente e troppo incentrate sulla leggenda. Ma quanti direttori sono in grado di leggere una partitura come questa nei tempi d’oggi senza pensare che sia stata scritta da Beethoven? La scrittura beethoveniana spesso non dà quei dettagli che può dare una partitura moderna ma sta nella capacità artistica del direttore capire, scrutare tutte quelle indicazioni che Beethoven lascia nascoste tra le pagine della partitura. Steinberg riesce con abilità e conoscenza a condurre una tonica orchestra in questa pagina, molto convolgente l’interpretazione del secondo movimento della sinfonia. Un inizio di stagione che lascia ben sperare, un’orchestra in piena forma, un pubblico emozionato e tanti numerosi applausi.

Matteo Firmi

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