West Side Stories quest’anno è stato lo spettacolo inaugurale della stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia. Il più celebre di tutti i Musical è stato scelto poiché quest’anno ricorre il centenario della nascita di Leonard Bernstein, compositore e musicista che ha avuto un lungo e prolifico rapporto con la storica istituzione romana. La serata a cui si fa rifermento è quella del 13 ottobre, la quale si è conclusa con un grande e meritato successo sia per il nutritissimo cast che per il coro e l’orchestra dell’Accademia brillantemente guidati da Antonio Pappano.

La forma scelta per questa inaugurazione è una particolare forma di concerto, per la prima volta eseguita in Italia, che pur contenendo tutti i motivi e i pezzi musicali più celebri, attua non pochi tagli rispetto l’originale. E’ necessario notare però che il musical, sebbene sia profondamente diverso dall’opera lirica, è in tutto e per tutto una creazione teatrale e che in quanto tale risulti depotenziata da una forma di concerto così concepita. Infatti nonostante la composizione di Bernstein sia, e rimanga in ogni caso, geniale nell’innovare combinando generi nuovi e sonorità più tradizionali e generalmente la forma di concerto aiuti ad assaporare in maniera più pura l’ascolto, ciò che emerge è invece la forzatura nel tagliare alcuni passaggi scenici sostituendoli conalcune didascalie esplicative.

Dal punto di vista musicale l’esecuzione è invece ineccepibile: il maestro Pappano, dal 2005 direttore musicale, sa perfettamente come far emergere dall’orchestra un suono omogeneo e brillante, non a caso l’ovazione più grande a conclusione della rappresentazione è stata proprio per lui. Di prestigio è stato anche il coro, in tenuta casual, preparato dal maestro Ciro Visco. Inoltre l’intero Cast musicale si è dimostrato più che all’altezza dei rispettivi ruoli, in primis i protagonisti Maria e Tony, interpretati da Nadine Sierra e Alek Shrader.

La Sierra, nota ed acclamata soprano statunitense, nel mondo dell’opera è conosciuta ed apprezzata per le sue interpretazioni di ruoli lirico-leggeri, tra cui spiccano Lucia di Lammermoor e Gilda in Rigoletto; ella dimostra in questa occasione un registro centrale e grave molto corposo e tondo, nonostante i microfoni non la aiutassero in questo senso, ciò aggiunto ad un timbro gradevolissimo, pastoso e caldo hanno reso la sua interpretazione di Maria memorabile. Altro Timbro che riecheggerà a lungo per bellezza e colore è quello del Tony di Alek Shrader, convincente oltre che vocalmente anche nei pochi movimenti scenici.

Il resto del cast è stato tutto in linea con la serata: la Anita di Tia Architto coinvolgente e timbricamente interessante insieme al resto del Cast femminile composto da la Rosalia di Aigul Akhmetshina, la Consuelo di Francesca Calò, la Francisca di Marta Vulpi; stessa considerazione di merito va al Riff di Mark Stone, il Bernardo di Andrea D’Amelio, Action di Andrea Giovannini e Kris Belligh nei panni di Baby John, A-rab, Snowboy, Big Deal, Diesel. In conclusione una serata memorabile coronata dal giusto e meritato successo.
Paolo Mascari