Con una serata piuttosto piovosa si chiude la stagione sinfonica del teatro Verdi. Dopo una bella alternanza di direttori questa sera tocca a Fabrizio Maria Carminati, recentemente nominato primo direttore ospite. Il programma della serata vede Mozartiana op.61 di Pëtr Il’ič čajkovskij e due opere di Ottorino Respighi ovvero la “Rossiniana” e le “Vetrate di chiesa”. La suite “Mozartiana” nasce nel 1884 anno in cui durante un viaggio Cajkovskj studiava un progetto a tema “Nozze di Figaro”, fu solo nel 1887 che l’autore trovò il tempo di portare a termine questa suite. I quattro temi della suite sono un vero e proprio omaggio a Mozart citando opere pianistiche e opere corali. La lettura della Mozartiana sfoggia due colori ben contrastanti, il primo è un colore chiaro e fresco che ben si presta alle parti solistiche del arpa, flauto, clarinetto e violino e il secondo molto più scuro che manca di brillantezza e gioia e questo affianca la lettura che trasmetteva molto poco. Dopo la pausa, due opere di Ottorino Respighi ovvero “Rossiniana” e “Vetrate di Chiesa”. L’interpretazione di queste pagine è stata convincente, ogni scelta ha fatto apparire agl’occhi dei spettatori un immagine ben netta, la processione del’ultimo tempo della rossiniana con i colpi di campana, il carattere di lamento e rassegnazione. Le scelte agogiche sono state ben pensate per permettere al pubblico di gustarsi ogni singola scena. Interessante la prestazione dell’orchestra che ha saputo far vedere le sue capacita. Limpido e chiaro il suono delle nacchere, compatto e deciso il timbro dei ottoni, soave e leggiadra l’arpa di Marina Pechiar.La Rossiniana è un opera del 1925 che si inserisce in un clima di riscoperta del repertorio italiano e Respighi come Casella che farà lo stesso lavoro di Scarlatti e Paganini decide di riscoprire il Rossini nascosto, in questo caso le melodie sono tratte dalla raccolta “Peccati di Vecchiaia” e Respighi è riuscito a trasformarle in veri e propri dipinti tardo-romantici.L’ultimo brano dell serata è Vetrate di chiesa che assieme a Belkis, regina di saba sono i veri capolavori del sinfonismo Respighiano. Il brano è uno studio su temi gregoriani che vengono rimodulati e ampliati. La paritura è stata esguita con passione e piacere, l’intensa potenza sonora è riuscità ad abbracciare l’ascoltatore in ogni secondo, non permettendogli mai di distrarsi. Un plauso al trombino di Massimiliano Morosini.

Una stagione sinfonica che è riuscita a portare il pubblico in un cammino dalla quinta sinfonia di Beethoven alle pagine nascoste del sinfonismo italiano. Ora attendiamo la prima rappresentazione de ” I Puritani” che avverà a Novembre.
Matteo Firmi
Trieste, 27 settembre 2018