La vita dei cantanti è spesso frenetica, fatta di grandi viaggi, di grandi solitudini, ma anche di eccezionali avventure. L’avventura della quale vi parliamo oggi è quella di Federico Longhi, la cui carriera è sempre più interessante e intensa, tanto da essere stato protagonista recentemente di una settimana davvero intensa. Nelle scorse settimane “La Fille du régiment” di Gaetano Donizetti andava in scena al Teatro Comunale di Bologna. Più a nord, alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera si apriva il sipario su “Les vêpres siciliennes” di Giuseppe Verdi.

Longhi interpretava Sulpice nel capolavoro di Donizetti, ma si è ritrovato nel giro di poche ore a cantare il ruolo baritonale nell’opera di Verdi. Così racconta Longhi: “Il collega che doveva sostenere il ruolo di Guy de Montfort era indisposto e dunque il teatro cercava un baritono che fosse disponibile per un jump dell’ultimo momento e che avesse già cantato il ruolo. Al mondo siamo veramente in pochi ad averlo fatto, soprattutto nella versione francese. Io ho avuto la gioia di debuttarlo proprio in quest’ultima stagione, a Würzburg”. Dopo la telefonata del Teatro dell’Opera bavarese, Longhi non ci ha pensato molto e ha accettato:”Era una bella occasione, in un ruolo che amo molto e in un teatro di livello internazionale, con colleghi bravissimi e importanti, Erwin Schrott, Brian Hymel, Rachel Willis-Sørensen e il Maestro Paolo Carignani.”.

Il 9 novembre Federico Longhi è stato brillante protagonista del capolavoro donizettiano (Qui la recensione ), e il giorno dopo era di nuovo in scena, a Monaco di Baviera nel Grand Opéra di Verdi. “Sono stato fortunato, perché le recite si incastravano alla perfezione. Si direbbe quasi che fosse scritto”. Lo spettacolo di Monaco vedeva inoltre una regia piuttosto articolata, firmata da Antú Romero Nunes, che il baritono ha avuto modo di studiare appena arrivato in teatro, per due ore, con l’assistente del regista, mentre dal punto di vista musicale Longhi ha incontrato il Maestro solo pochi istanti prima di andare in scena. “È stata un’emozione travolgente, ed ero così concentrato che mi sono accorto solo alla fine che non avevo neanche mangiato (ride)”.

Sulpice e Guy de Montfort, due ruoli diversissimi. Longhi, che è inoltre eccellente insegnante di canto e vocal coach di star come Anna Pirozzi spiega che: “l’importante è cantare tutto con la propria voce, senza snaturarla. Il vantaggio era quello di cantare due opere nella stessa lingua, e quindi con un tipo di emissione praticamente identico”. Questo impegno internazionale è solo l’inizio delle prossime stagioni che vedranno Federico Longhi protagonista di “Gianni Schicchi” a Novara, con gli allievi dell’Accademia di perfezionamento di canto lirico del Teatro Coccia, e di grandi debutti verdiani e non. In Italia dopo Novara, lo si potrà riascoltare al Teatro Massimo di Palermo, sia in “Turandot”, che nei panni di Tonio ne “I Pagliacci”.

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