Nabucco è una delle opere che più compare nei cartelloni delle stagioni liriche e anche Trieste, dopo soltanto tre stagioni, ripropone questo grande classico verdiano.L’allestimento messo in scena è del Teatro Ponchielli di Cremona in coproduzione con il Teatro Grande di Brescia e il Fraschini di Pavia. La regia di Andrea Cigni, ripresa da Danilo Rubecca è sembrata sin da subito di vecchio stampo: nessuna scelta azzardata per introdurre qualcosa di nuovo che potesse dare respiro.

©️Fabio Parenzan

Le Scene ideate da Emanuele Sinisi sono ben pensate per questo allestimento, anche se le luci di Fiammetta Baldisserri non le hanno valorizzate. I costumi, curati da Simona Morresi con la consulenza di Veronica Pattuelli, sono sembrati funzionali alla costruzione scenica, pur risultando piuttosto cupi. Christopher Franklin, giovane direttore americano, dimostra grinta e aggressività nella direzione della serata. Il suo gesto, seppur molto chiaro anche dalla platea, non aiuta l’orchestra a trasmettere la sua idea musicale. L’interpretazione dell’opera è sembrata poco coerente con la partitura, la scansione metronomica della sinfonia non ha convinto chi scrive. Giovanni Meoni ha sfoggiato naturalezza e maestria nell’interpretare un Nabucco sentito profondamente nell’animo, nonostante qualche imprecisione negli acuti.

©️Fabio Parenzan

Amarilli Nizza, nel ruolo di Abigaille, non ha convinto totalmente né per quanto riguarda l’aspetto musicale, né per quello scenico.Vocalmente i suoi interventi nei primi due atti sono apparsi insicuri, mentre nei restanti due si è notata una crescita costante.

©️Fabio Parenzan

Riccardo Rados, il giovane tenore che ha interpretato la parte di Ismaele, è una voce interessante, che chi scrive spera di rivedere a Trieste in ruoli di maggior prestigio. Nicola Ulivieri è una garanzia: basso di vocalità piena, ha ben saputo interpretare il ruolo di Zaccaria. Insomma, in una sola parola, bravo! La giapponese Aya Wakizono è riuscita a destreggiarsi bene nella parte di Fenena, elegante, con un ottimo strumento vocale. I ruoli minori di Abdallo (Andrea Schifaudo), Anna (RinakoHara) e Il Gran Sacerdote di Belo (Francesco Musinu) sono stati tutti resi discretamente. Il coro diretto dalla M° Francesca Tosi ha ben saputo interpretare il celebre “Va, pensiero”,con calore e passione mentre in altre note pagine quali “Gli arredi festivi” non è stato in grado di convincere chi scrive. Un allestimento che non rimarrà nella storia, ma funzionale e ben strutturato. A fine spettacolo il pubblico ha tributato numerosi applausi.

Matteo Firmi

Trieste, 18 gennaio 2019

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