Si conclude con successo nella città del Tricolore il “tour” nei teatri emiliani del celebre titolo verdiano, con un cast parzialmente alternativo ma nel complesso valido.

Nella scorsa settimana abbiamo già avuto modo di raccontarvi del grande successo ottenuto da tutta la compagnia impegnata nel nuovo allestimento de “La Forza del Destino”, prodotto tra Piacenza, Modena e Reggio Emilia.
In occasione dell’ultima tappa del circuito, nella splendida sala del “Valli” di Reggio, l’opera va in scena con alcune sostituzioni tra gli interpreti, in parte già previste da programma, in parte dettate da improvvise indisposizioni, come è naturale che talvolta accada.
Lo spettacolo, pur senza il trionfo registrato a Modena e Piacenza, riesce complessivamente a soddisfare anche con il cast “alternativo”, ricevendo una calorosa accoglienza dal pubblico.

Nei panni di Leonora c’è una grintosa e tagliente Susanna Branchini. In lei emerge sicuramente una certa esperienza nel ruolo che le permette di calarsi nel personaggio con sicura credibilità. Dal punto di vista vocale la sua prova è positiva e anche qualche suono più tagliente concorre a ritrarre con profondità il suo personaggio. Il lato drammatico prevale  su quello più lirico ma va detto, nella sua interezza la prova è sicuramente di alto livello.

A dare voce a Don Alvaro avrebbe dovuto esserci il già applaudito Luciano Ganci che risulta pero’ indisposto e lascia dunque il passo ad una giovane rivelazione, Samuele Simoncini, chiamato all’ultimo momento nella coraggiosa impresa di interpretare un ruolo così complesso e vocalmente insidioso praticamente senza alcun preavviso. Averlo fatto con una prestazione convincente merita due volte il nostro plauso. Il ragazzo, pur con qualche comprensibile rigidità iniziale non delude e si dimostra capace di assolvere alla sfida con professionalità, sicurezza e un ottimo materiale vocale, in grado di reggere con buona preparazione tecnica e cura interpretativa.

Don Carlo è Kiril Manolov, baritono che a Modena non avevamo avuto modo di ascoltare causa malattia e che torna in scena per quest’ultima recita. Se da un lato è assai apprezzabile l’impegno con cui affronta l’aria più celebre, “Urna Fatale”, il resto della sua performance si caratterizza per un’alternanza di momenti più felici ad altri assolti in maniera più sbrigativa e meno attenta a musicalità, raffinatezza e suono.

Ancora una volta si conferma la eccellente prova di quel grande artista quale è Marco Filippo Romano, superbo Fra Melitone, protagonista sul palcoscenico di momenti di grande interesse.
Ulteriori conferme più che positive si registrano anche per Judit Kutasi, Preziosilla dal bel timbro fascinoso e di grande solidità tecnica e Marko Mimica, nobile e autorevole Fra Guardiano.
Bene anche Mattia Denti come Marchese di Calatrava, Cinzia Chiarini (Curra), Juliusz Loranzi (un alcade/un chirurgo).
Particolarmente brillante la prova di Marcello Nardis come Mastro Trabuco.

Ancora una volta va sottolineata la corretta direzione del Maestro Francesco Ivan Ciampa, che risalta con gusto e fluidità dinamiche e contrasti alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e di un superlativo Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati.

La regia è ovviamente quella già descritta in precedenza di Italo Nunziata, con scene di Emanuele Sinisi, dipinti di Hannu Palosuo, costumi di Simona Morresi (scomparsa pochi giorni or sono e cui è stato scelto, saggiamente, di dedicare quest’ultima recita), luci di Fiammetta Baldiserri, movimenti coreografici di Riccardo Buscarini.

Grigorij Filippo Calcagno

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