Era dal 2013 che l’opera di Ruggero Leoncavallo non faceva la sua comparsa tra le proposte del cartellone sancarliano. L’allestimento di Daniele Finzi Pasca, i volteggi degli acrobati della sua Compagnia e la bravura dei cantanti in scena hanno conquistato pubblico e critica, colpito soprattutto dal gioco di luci e acqua che ha caratterizzato la recita. Il regista ha puntato molto sulla commistione fra questi due elementi, riempiendo d’acqua una buona parte del palcoscenico e illuminandolo in base allo stato d’animo dei personaggi e all’evoluzione della storia: durante l’esecuzione della celebre aria Vesti la giubba, Canio e il palcoscenico si tingono di rosso, quasi a voler preannunciare l’esito sanguinolento dell’opera. Finzi Pasca fa delle scelte registiche ben precise: il gioco luce-acqua, la semplicità delle scene (di Hugo Gargiulo), la decisione di far vestire il “pubblico” di Canio da pagliacci, ribaltando ciò che afferma il protagonista, ossia che vita e teatro sono due entità separate quando, in realtà, sembrano fondersi. Molto apprezzate dagli spettatori le acrobazie della Compagnia Finzi Pasca: gli artisti riempiono alcuni momenti studiati ad hoc con i loro volteggi e i giochi d’acqua.

Alla guida dell’Orchestra del Teatro San Carlo c’era Philippe Auguin, direttore che ha rivelato grande esperienza e maestria: la sua era una conduzione sicura, di chi conosce bene quest’opera e padroneggia lo spartito. Un ruolo importante in Pagliacci è, ovviamente, quello del Coro. Quest’ultimo, guidato dal Maestro Gea Garatti Ansini, ha dato il meglio di sé sia dal punto di vista vocale che scenico, svolgendo benissimo il ruolo di pagliacci. Grandi apprezzamenti anche per il Coro di Voci Bianche di Stefania Rinaldi.

Per la recita del nove febbraio 2019 il ruolo di Canio è stato affidato ad Antonello Palombi, “vecchia conoscenza” del Massimo Napoletano per la sua presenza in tanti altri ruoli, soprattutto verdiani (basti ricordare l’Ismaele in Nabucco ad ottobre 2018). Palombi convince nel ruolo affidatogli, che sembra quasi calzargli a pennello: sin dall’inizio colpiscono la sua voce brillante e chiara, dall’ottimo volume e dagli acuti sicuri. Non solo: Palombi conferma anche ottime capacità attoriali, con un’interpretazione che rende veri personaggio e dramma.

Nedda è stata interpretata da Maria José Siri, soprano che ha riscaldato i cuori del pubblico in sala con la sua voce bella, fresca, anch’essa dall’ottimo volume ma soprattutto dalla dizione chiara e scolpita. Anche Siri, come Palombi, presenta una padronanza scenica non indifferente.

Forse a tratti meno convincente ma ugualmente acclamato dal pubblico Dimitris Tiliakos (Tonio), la cui voce era a volte sovrastata dai volumi dell’orchestra. Infine, convincono Francesco Pittari (Peppe) e soprattutto il giovane Davide Luciano (Silvio) per la sua voce brillante e potente. Grandi applausi hanno salutato alla fine della recita tutti gli interpreti di questo fortunato Pagliacci.
Pia Lombardi
Napoli, 9 febbraio 2019