Il Teatro Verdi di Trieste sta cominciando un lavoro che lascia molto ben sperare.In un periodo in cui i giovani si allontanano dal teatro, la direzione ha deciso, in modo molto coraggioso, di puntare su di loro. Il percorso iniziato un paio di stagioni fa con le opere in un atto egli incontri con le scuole sta proseguendo e la scorsa settimana ha debuttato la fiaba musicale Il Castello Incantato del compositore bolognese Marco Taralli, su libretto di Fabio Ceresa e ispirata al Soldatino di Stagno di Hans Christian Andersen. Comporre un’opera nuova in questo periodo storico è sempre un grandissimo azzardo, ma devo dire che Taralli lo vince! L’opera, della durata di un’ora e mezza, è un concentrato di linguaggi nuovi e ricordi del passato. Costruita per i più piccoli, fa tornare piccolo anche chi la gioventù non se la ricorda più. Melodica ma allo stesso tempo innovativa, quest’opera abbraccia linguaggi romantici, tecniche compositive del Novecento e rimembranze pucciniane. Unica osservazione, un‘ouverture che forse avrebbe potuto funzionare di più se fosse stata più breve: i quasi dieci minuti la rendono difficile all’ascolto, ma sin dalla prima nota della prima scena lo sguardo dello spettatore è letteralmente stregato dal palcoscenico.

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©Fabio Parenzan

La compagnia di canto vede un ottimo Motoharu Takei interpretare un magnifico Piombino ed una elegantissima Cler Bosco ballare per tutta l’opera nel ruolo di Stella. Il cattivo della vicenda, Jack in the box, interpretato da Andrea Binetti, è un personaggio denso di pensieri, cattiverie e gelosie, che si trasforma in un pupazzo molto buono e docile. Interpretazione interessante quella di Binetti, che sfoggia un bel timbro vocale. Le tre bamboline Brunetta (Elena Sabas), Rossella (Silvia Pasini) e Biondina (Elena Serra) portano subito alla mente dell’ascoltatore il trio delle maschere di Turandot: ottima la loro performance vocale e divertente quella scenica. Il Folletto Fiordarancio, collante tra tutti i personaggi della storia, è ben interpretato da Paolo Ciavarelli. Selma Pasternak ha invece il difficile compito di creare la “magia del Natale” e grazie a un’ottima resa vocale ci riesce veramente.

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©Fabio Parenzan

La regia e le scene di Francesco Esposito trasportano il piccolo (e grande) pubblico all’interno di un’atmosfera magica da film Disney. I ragazzi presenti sul palcoscenico nei ruoli dei giocattoli sono guidati dalle splendide coreografie di Morena Barcone. L’orchestra, anche in questo caso, sfoggia le sue ottime maestranze in una partitura che richiede molteplici colori. Buona la direzione del giovane Takayuki Yamasaki, già presente a Trieste nella produzione de Il segreto di Susanna di Wolf Ferrari. Chiudo questo mio scritto con l’auspicio che questo allestimento de Il Castello Incantato possa trovare spazio nella stagione della “grande lirica”, perché ne ha tutte le caratteristiche. Un’opera che dovrebbe essere rappresentata spesso, sia perché è bella, sia perché questo cast è riuscito a trasmettere la gioia di fare teatro.

Matteo Firmi

Trieste, 18 febbraio 2019

Un pensiero riguardo “L’OPERA È VIVA: IL CASTELLO INCANTANTO AL TEATRO VERDI DI TRIESTE

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