La parola genio sembra oggi del tutto inflazionata, fastidiosamente sovrautilizzata. Tuttavia ci sono personalità che hanno lasciato una traccia su questo pianeta che non possono essere definiti che Geni: Leonardo Da Vinci era un genio, Wolfie Mozart era un genio, Maria Callas era un genio. Charlie Chaplin era ed è un genio. Il genio è colui che attraverso la sua forza creativa genera qualcosa che non ha tempo, qualcosa che si innesta talmente fortemente nelle radici identitarie dell’umanità da divenire immortale. Un’eterna modernità.

Per il secondo anno consecutivo Fondazione Arena di Verona in collaborazione con il Teatro Ristori ha omaggiato Chaplin e la sua eterna modernità con la proiezione di uno dei suoi capolavori, “City Lights”, con la colonna sonora originale restaurata da Timothy Brock ed eseguita dal vivo dall’Orchestra dell’Arena di Verona, sotto la guida dello stesso Brock.
La storia del vagabondo Charlot, innamorato di una fioraia cieca viene trasfigurata nella partitura, opera dello stesso Chaplin (con José Padilla) in un melodismo straordinario, con grandi pagine liriche (di chiara ispirazione melodrammatica) che si avvicendano con episodi più strettamente legati al movimento e alla narrazione. Traspare dalla nota e dalla pellicola una poesia delicata, eppure profonda, che dietro al sorriso e alle gag nascondono una tenerezza che commuove.

L’Orchestra areniana avvolge lo spettatore con un suono brillante, vitale, in una prova superba. Poche orchestre saprebbero affrontare questo cimento con cotanta sapienza e nitore stilistico, doti che confermano il prestigio della compagine veronese.
Il pubblico reagisce alla proposta con calore, riempiendo il Teatro Ristori e applaudendo lungamente al termine.
Francesco Lodola
Verona, 8 marzo 2019