Per il suo ultimo concerto “ufficiale”, l’associazione musicale VeronaLirica proponeva un pomeriggio in cui si offrivano al pubblico delle giovani realtà e alcuni cantanti dalla solida fama.
Avevamo il ritorno veronese di Giorgio Giuseppini e Mario Cassi, entrambi molto amati dal pubblico scaligero e festeggiati per le loro numerose interpretazioni areniane. Il basso, da grande artista, si metteva in luce in una pagina impegnativa come “Vieni, o Levita…Tu sul labbro de’ veggenti” da “Nabucco”e un brano intenso come “Si la rigueur et la vengeance” da “La Juive” di Halévy. In entrambe le pagine emergeva la vocalità nobilissima di Giuseppini, il legato impeccabile e il fraseggio miniato con grande arte ed artigianato. Raffinatissima la scena di proporre anche una perla del musical americano, “Ol’ Man River” da “Show Boat” di Jerome Kern.

Mario Cassi è una delle voci baritonali italiane più importanti di oggi, grazie ad un timbro di bellissimo colore, un magistrale uso dei fiati e un’innata nobiltà di fraseggio. Tutte queste caratteristiche donano slancio romantico a “Ah per sempre io ti perdei” da “I Puritani” e a “Il balen del suo sorriso” da “Il Trovatore” in cui non disdegna le puntature di tradizione. Basso e baritono si univano successivamente per dare voce al prorompente duetto tra Giorgio e Riccardo dei Puritani (“Suoni la tromba, e intrepido”).

Il giovane soprano veronese Giulia Perusi, visibilmente emozionata, debuttava sul palcoscenico del Teatro Filarmonico e nelle arie scelte (“Regnava nel silenzio” dalla Lucia, “Je veux vivre” e “O luce di quest’anima” da “Linda di Chamounix”) metteva in mostra voce fresca e dallo stile aggraziato, capace di sciorinare con diligenza il canto virtuosistico di questi personaggi.

Davide Ryu sceglieva due grandi classici del repertorio spinto tenorile: “Celeste Aida” e “Nessun dorma”. Entrambe le arie erano intonate con vocalità di bel colore e dallo squillo generoso.

Ospite straordinario era Tamás Varga, primo violoncello dei Wiener Philarmoniker, il quale conquistava il pubblico attraverso l’eleganza del suo straordinario virtuosismo sia puramente tecnico che più specificatamente legato alla bellezza della linea e alla morbidezza del suono. Tutto questo emergeva nettamente nelle due pagine di Saint Saëns, “Il cigno” e “Allegro appassionato per violoncello e pianoforte Op. 43”, oltre che in “Vocalise” di Rachmaninov e nella “Tarantella” di David Popper.

Durante il concerto veniva presentata anche l’opera contemporanea “Il carillon” composta (musica e libretto) da Giuseppe Vesentini (socio di VeronaLirica) e che andrà in scena il 31 maggio al Teatro Filarmonico, con la regia di Katia Ricciarelli e con finalità la raccolta fondi per l’associazione A.Na.Vi. Si ascoltava in questa occasione il duetto tra Nina e Mario, interpretati da Filomena Fittipaldi e Zizhao Guo.
Patrizia Quarta al pianoforte era ancora una volta la straordinaria orchestra di questi concerti, mentre Davide da Como presentava con la consueta ironia e sapienza, sbrogliando da par suo tutti gli imprevisti della “diretta”.
Al termine un calorosissimo successo.
Francesco Lodola
Verona, 5 maggio 2019