Trionfo annunciato e più che meritato per una coppia di autentiche leggende della lirica del nostro tempo, guidate da una bacchetta d’esperienza in un concerto di assoluto livello nel capoluogo emiliano.

In una fredda e piovosa domenica di Maggio ci pensano una monumentale Mariella Devia ed un grandioso Gregory Kunde a riscaldare i cuori delle migliaia di appassionati accorsi nell’elegante sala del “Manzoni” di Bologna per un concerto a lungo atteso e splendidamente riuscito sia dal punto di vista dell’esecuzione che delle scelte di programma.
Un programma che spazia dal migliore Ottocento Italiano (da Bellini e Donizetti a Verdi) alle porte del Novecento (Mascagni, Giordano, Puccini) con pagine note ed impegnative alternate ad altre altrettanto suggestive ma decisamente più insolite, in una equilibrata alternanza di solisti, coro, orchestra.

Se la prova dell’Orchestra del Teatro Comunale risulta in quest’occasione non proprio impeccabile, migliore è quella del Coro, preparato dal Maestro Alberto Malazzi, sotto una direzione, di Paolo Arrivabeni, che non spicca per raffinatezza e cura di sfumature e dinamiche. Rimane interessante la proposta che vede oltre alle celebri sinfonie di Nabucco (con il coro “Gli arredi festivi”) e Norma, capolavori come l’intermezzo da “Manon Lescaut”, preludio e Inno al Sole da “Iris” e “Gli aranci olezzano”, dalla Cavalleria Rusticana.
Ma senza voler mancare di rispetto a nessuno è di Mariella Devia e Gregory Kunde che vogliamo cantare la gloria. La loro performance è un sublime e impareggiabile incontro tra musicalità, tecnica, teatro, parola scenica, un’apoteosi artistica che sembra coronare due carriere indimenticabili ma tutt’altro che concluse.

Il soprano dispiega una forma vocale a dir poco smagliante, la ormai mitica solidità tecnica mai volta a sé stessa ma sempre mezzo per sostenere un’emissione naturale e un canto raffinatissimo, elegante, che poggia su un fiato senza fine, tra agilità svolazzanti, mezze voci che sbocciano come rose e vocalità piene e variopinte. Che intoni “Qual prodigio…Non fu sogno” da “I Lombardi alla prima crociata” o “Com’è bello, quale incanto” da “Lucrezia Borgia” la sensazione è quella di un angelo che danza e che si culla libero su un tappeto musicale, sensazione che si ripete in Norma e nelle pagine in coppia con Kunde nella stessa opera e in “Roberto Devereux”, in cui la tensione teatrale raggiunge l’apice. Semplicemente da brivido “Casta Diva”, cantata come solo una leggenda del suo calibro è in grado di fare, in una sospensione che isola dal tempo e dal luogo lo spettatore e lascia impietriti dall’emozione.

Non meno stimolante ed entusiasmante la prova del grande tenore Gregory Kunde; fin dall’inizio con la temibile “O tu che in seno agli angeli” (che coraggio!) da “La Forza del Destino” in cui già si distinguono gli elementi che caratterizzeranno la serata: voce meravigliosamente proiettata, padronanza tecnica e del fiato, fraseggio di assoluta espressività e bellezza. Aspetti che emergono e travolgono la sala con “Un dì all’azzurro spazio” da “Andrea Chénier” fino alla sontuosa “Meco all’altar di Venere”, cantata senza tagli, con tutte le variazioni del caso e con una infuocata cabaletta finale. Anche nei duetti con Mariella Devia, in “Roberto Devereux” e nel finale di “Norma” la tecnica, l’esperienza e la grande sensibilità teatrale danno la misura di una prova eccezionale, una grande lezione del nostro tempo.
Perla della serata, la più impensabile scelta di repertorio, la più improbabile delle coppie di personaggi…”Oh soave fanciulla”: il duetto della Bohéme, eseguito come bis, è un torrente di passione che va dritto al cuore incurante di ogni improbabilità sopra citata e di ogni altra immaginabile….quando gli artisti si chiamano Mariella Devia e Gregory Kunde non esistono limiti. All’immaginazione, alla commozione.
Un immenso e grato “Grazie”, testimoniato da applausi ritmati e senza fine e da vere e proprie ovazioni, è la degna conclusione di un’altra serata indimenticabile, annunciata, attesa, goduta.
Grigorij Filippo Calcagno
Bologna, 12 maggio 2019