Traviata è l’opera del soprano, non c’è nulla da fare. Violetta è un personaggio da leggenda, un’icona, una divinità scesa dal cielo per mostrare il proprio miracolo sulla terra. Zeffirelli la immagina proprio così e il centro del suo spettacolo sembra essere quel momento in cui Violetta viene umiliata e lei rivolge il canto del cigno ad Alfredo (“Alfredo, di questo core”) avvolta in un alone di luce, vestita magnificamente di bianco. La Traviata che il Maestro ha creato per l’Arena di Verona come suo ultimo regalo è densa di opulenza, di barocchismi, ma anche di un’essenza di profonda sensibilità e di genio.
Per la recita del 21 luglio vedevamo l’esordio stagionale del veronese Andrea Battistoni, guida sicura e bacchetta attenta alle esigenze del canto, con una lettura fortemente improntata alla serratezza del dramma.

Brillanti le voci degli altri tre veronesi impegnati nella serata: Romano Dal Zovo, Gianfranco Montresor e Simone Piazzola.
Dal Zovo è un eccellente Dottor Grenvil, mentre Gianfranco Montresor mette la sua autorevolezza scenica e vocale al servizio del Barone Douphol.
Simone Piazzola porta in scena il suo collaudatissimo Giorgio Germont mettendo in evidenza canto morbido e evidente esperienza nel ruolo.
Bene anche Stefano Rinaldi Milani (Commissario/Domestico di Flora), Clarissa Leonardi (Flora Bervoix), Daniel Giulianini (Marchese d’Obigny) e il sempre eccellente Carlo Bosi (Gastone). Nota di merito per Max René Cosotti (Giuseppe) e Daniela Mazzuccato (Annina), le voci con la migliore proiezione di tutto il cast e attori di grandissima scuola.
Continua a non convincere l’Alfredo di Pavel Petrov, il quale avrebbe pure una voce timbricamente gradevole, ma che viene accompagnata da alcune carenze tecniche e da una linea vocale piuttosto approssimativa.

Irina Lungu è invece una splendida Violetta: il suo personaggio acquista scena per scena una grande forza interiore, arrivando ad essere assolutamente toccante in “Addio del passato”. La voce, sempre bellissima, e la grandissima esperienza nel ruolo la aiutano a disegnare una Violetta dalla femminilità delicata, fragile, e profonda, incarnando magistralmente l’ideale zefirelliano.

Brillanti protagonisti sono anche Petra Conti e Giuseppe Picone, affiancati dal ballo dell’Arena di Verona coordinato da Gaetano Petrosino. Magnifico il coro diretto da Vito Lombardi.
Al termine un successo calorosissimo con punte di entusiasmo per Irina Lungu.
Francesco Lodola
Verona, 11 luglio 2019