In un Festival imponente come quello dell’Arena di Verona uno dei meccanismi fondamentali è il ricambio continuo delle compagnie di canto, in modo tale da assicurare il numero importante delle recite e la loro qualità musicale. Si arriva qui alla recita di Aida del 25 agosto nello spettacolo sempre glorioso del 1913 con un cast del tutto rinnovato in cui emergevano alcuni attesi ritorni e piacevoli conferme.
Innanzitutto si confermava sul podio la solidità della direzione di Francesco Ivan Ciampa, il quale a distanza di meno di ventiquattr’ore dalla prima del Barbiere di Siviglia alla Fenice, rientrava in Arena con la consueta sicurezza gestuale e capacità di accompagnatore.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Ulteriori conferme erano le prestazioni dell’inossidabile Carlo Bosi (Un messaggero) e della preziosa Sacerdotessa di Yao Bo Hui.
Tra i due bassi Krzysztof Bączyk e Gianluca Breda emergeva in particolare il
Re impersonato dal primo.
Mario Cassi mostrava già al debutto nel ruolo di Amonasro tutte le carte in regola per divenirne interprete autorevole, grazie ad una vocalità di prim’ordine. Il cantante che arriva dal Belcanto, riesce a donare al personaggio una nobiltà autentica, che si traduce in attacchi di suono morbidissimi (esemplare quello di “Rivedrai le foreste imbalsamate”) e in un fraseggio studiato attentamente “sulla parola”. Tutto questo senza mai trascurare anche il lato più selvaggio del personaggio, il padre verdiano forse più negativo di tutti.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Judit Kutasi è una splendida Amneris, dalla voce timbratissima con un registro centrale cremoso e acuti lucenti. È una principessa giovane, estremamente femminile, ricca di sfumature, ma pure imponente e autoritaria.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Carlo Ventre, in grandissima forma, è un Radames sicuro in ogni momento, capace di incarnare alla perfezione il modello del tenore lirico spinto all’italiana che si esalta nel canto di forza virile, ma che sa dare corpo anche ad accento sfumati di bellissimo nitore sonoro ed espressivo.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Saioa Hernández (Aida) è alle prese con un ruolo che le è assai meno congeniale rispetto a Tosca e questo si evidenzia in un canto piuttosto monocromatico e ad una gestione meno sicura dei propri importanti mezzi, pregevoli anche per estensione con tanto di Mib sovracuto nel finale II.

Al termine un calorosissimo da un’Arena però ben lungi dall’essere piena.

Francesco Lodola

Verona, 25 agosto 2019

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