*IL 29 OTTOBRE 2019 DAVINIA RODRIGUEZ SARÀ LA PROTAGONISTA DI #IODOTakeOver! SEGUITECI SU INSTAGRAM!

Tosca è uno dei ruoli più simbolici del melodramma, vuoi per la sua popolarità o per il suo tratto divistico che permette alle cantanti che la affrontano di esibire tutte le loro abilità vocali e teatrali. In questi giorni abbiamo intervistato il soprano Davinia Rodriguez, al debutto nei panni di Floria al Teatro Regio di Torino.

In questi giorni è avvenuto il suo atteso debutto in Tosca al Teatro Regio di Torino, come si sente?
Tosca è un ruolo che sempre ho sognato ma che non pensavo mai potesse arrivare perché all’inizio della mia carriera la mia voce era stabilizzata su un altro repertorio. Dopo la gravidanza, la mia voce ha subito un cambiamento molto deciso e iniziando ad affrontare ruoli sempre più impegnativi ho capito che dovevo seguire il cammino che la mia voce stava prendendo. Già da un paio di anni ho capito che il mio repertorio sarebbe potuto arrivare a cantare ruoli come Tosca e a quel punto il mio sogno ha iniziato a diventare sempre meno lontano e sempre più concreto. Fino ad oggi che si sta realizzando. Mi sento a mio agio con questa vocalità e soprattutto è un ruolo che mi permette di esprimere molto la mia personalità

Ci racconta qualcosa di questa produzione?
La produzione di Mario Pontiggia è una produzione molto legata alla tradizione per quanto riguarda la scenografia e per la riproduzione scenica degli elementi dal vero dei luoghi dove si svolge la drammaturgia. Questo è molto importante perché’ non ci sono incoerenze interpretative tra lo spazio in cui ti muovi ed il testo. Sei interamente immerso nel ruolo e trovi sempre riscontri fisici nella scena e nell’attrezzeria che evitano distrazioni e scostamenti dalla trama originale di Puccini.

Davinia Rodríguez_soprano_Rec_Bj_Foto © Malmo
©Malmo

Alcune grandi interpreti del passato, ad esempio Magda Olivero, hanno avuto difficoltà ad entrare nella psicologia del personaggio, per lei?
Non è un ruolo semplice senza dubbio, però credo che grazie anche a grandi interpreti come la Olivero o altre che hanno tracciato un solco interpretativo per noi oggi sia meno complesso anche se sempre bisogna approfondire e cercare sfumature psicologiche che rendano giustizia a questa magnifica partitura.

Vocalmente è sicuramente una vocalità impervia, lei come la affronta?
Affronto sempre i ruoli nuovi nella stessa maniera. Inizio studiando il libretto per comprendere bene la poesia che ha ispirato Puccini e poi inizio a cantarla poco a poco affinché possa analizzare tutte le problematiche tecnico-vocali per poterle risolvere secondo le possibilità’ della mia voce. Ogni interprete è diversa e credo che ognuna debba approcciare i ruoli secondo le caratteristiche della propria laringe. Evito di avere dei modelli prestabiliti.

Trova affinità o differenze con le altre eroine pucciniane che ha affrontato?
È un ruolo diverso e unico rispetto a gli altri ruoli pucciniani. Credo che la componente caratteriale di Tosca richieda un approccio diverso. La gelosia del personaggio, il coraggio di affrontare Scarpia arrivando a compiere un omicidio per non perdere il suo onore di donna implica una determinazione caratteriale importante che si deve trasmettere sia vocalmente sia attoralmente. La difficoltà sta nel restituire le varie situazioni drammatiche senza farsi trasportare emozionalmente, in modo di avere sempre il controllo del proprio strumento.

Davinia Rodríguez_soprano_bj_Photo © Malmo
©Malmo

Il suo repertorio è molto esteso e camaleontico, come affronta autori così diversi riuscendo a mantenere il mezzo vocale fresco ed intatto?
Mi piace pensare che l’elasticità del mio strumento sia dovuto al fatto che canto anche Mozart ed il belcanto. Avere un repertorio vasto aiuta a mantenere questa elasticità ed è vero pure che io li affronto sempre con lo stesso atteggiamento tecnico.

Prossimi suoi debutti saranno Elisabetta del Roberto Devereux e Imogene ne il Pirata di Bellini, è emozionata? Come sta avvenendo lo studio di ruoli così importanti?
È una stagione di debutti molto importanti. Più che emozionata sono molto concentrata e sento il peso della responsabilità di ripagare la fiducia di questi direttori di teatro che mi hanno dato queste opportunità incredibili. Se penso ai mostri sacri che hanno cantato Imogene o Elisabetta nella storia della lirica mi tremano i polsi.

Come avviene per lei l’immedesimazione, vocale e scenica, con un personaggio?
È un percorso a tappe. Leggo sempre i romanzi da cui sono tratti i libretti per capire meglio l’ambientazione, le relazioni fra i personaggi che molte volte nei libretti per ovvia brevità vengono omessi, poi una volta capito il contesto lavoro sul mio personaggio. Il lavoro con il regista ed il direttore d’orchestra e poi un’altra tappa fondamentale. Quasi sempre hanno suggerimenti e intuizioni interessanti da proporre, altre volte meno, quindi devi arrivare con un’idea ben chiara da subito.

Davinia Rodríguez © Foto Miguel Toña
©Foto Miguel Toña

Quali sono, se ci sono stati, i suoi riferimenti vocali fra le grandi cantanti del passato?
In realtà  non ho dei riferimenti in particolare. Il soprano che sempre mi ha impressionato é Leyla Gencer. Invece la voce che dal primo istante mi ha fatto innamorare é quella di Sylvia Sass, con cui ho avuto la fortuna di lavorare.
Quali sono i ruoli che non ha ancora affrontato che le piacerebbe debuttare in futuro?
Nel futuro prossimo intravedo un Butterfly ma di certo non prima di un paio di anni. Preferisco consolidare i ruoli che sto debuttano in questo periodo per poterli approfondire e cantarli con sicurezza tecnica.

Ha consigli per i giovani che intendono intraprendere la carriera di cantanti?
L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di ascoltare e capire il cammino della propria vocalità. Molte volte la voce cambia e non bisogna aver paura di seguirla.

Grazie a Davinia Rodriguez e In bocca al lupo!

Paolo Mascari

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