*IL 19 NOVEMBRE 2019 FRANCESCO DEMURO SARÀ IL PROTAGONISTA DI #IODOTAKEOVER SOLO SU INSTAGRAM!

Era il 2009 quando andava in scena L’elisir d’amore al Teatro Filarmonico di Verona e sul palco appariva un giovane tenore al debutto nel ruolo di Nemorino e con davanti a sé un futuro luminoso. E’ il 2019 e quel tenore, oggi uno dei più importanti del mondo, ritorna sullo stesso palcoscenico per interpretare il tenero innamorato del capolavoro donizettiano: stiamo parlando di Francesco Demuro, per la cui carriera quell’Elisir fu un enorme trampolino di lancio anche dal punto di vista mediatico. Abbiamo avuto il piacere in questi giorni di prove di intervistarlo nuovamente in occasione di questo suo felice ritorno a Verona. 

Quali sono le sensazioni di questo ritorno al ruolo di Nemorino?
Il mio ultimo Nemorino è stato alla Deutsche Oper di Berlino, in uno spettacolo che fa parte del repertorio del teatro e quindi è stata una ripresa abbastanza veloce e con poche prove. Non è un ruolo che ho cantato molto, però mi piace molto. Oggi sento di poter aderire ancora di più alla vocalità del ruolo, che è piuttosto complessa: Nemorino richiede una tecnica molto solida e una voce assolutamente elastica. Mi trovo molto più a mio agio nel ricantarlo oggi. 

Nello specifico come lo senti cambiato, sia dal punto di vista vocale che interpretativo, considerando anche gli altri ruoli che hai affrontato in questi anni…
Non ho avuto molto tempo per metabolizzare questo ruolo, soprattutto al debutto, ma sicuramente con l’esperienza e la maturità vocale che ho raggiunto mi permette di affrontare tranquillamente un ruolo come questo. Devo dire che il lavoro che ho fatto e faccio con la mia voce sta dando i suoi frutti, e la mia voce è cresciuta, grazie a Dio, nel migliore dei modi. Oggi affronto Nemorino con una consapevolezza tale che me lo fa godere ancora di più. 

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©Foto Brenzoni

Presto interpreterai Roberto Devereux, un’altro ruolo che rappresenta un ritorno nella tua carriera…
Sì, ho debuttato questo ruolo ad inizio carriera a Las Palmas di Gran Canaria, nella terra del grande Alfredo Kraus. Anche questo è un personaggio con il quale ebbi all’epoca un bel successo, ma che oggi affronterò sicuramente diversamente, con un piglio interpretativo più adatto e maturo. 

Hai legato la tua voce ad alcuni personaggi donizettiani…Ernesto, Nemorino, Edgardo…quale di questi senti più affine alla tua personalità?
Credo Edgardo, che è un guerriero, coraggioso e molto più tragico. Caratterialmente lo sento più vicino alla mia personalità interpretativa che tende alla drammaticità e a questi caratteri sanguigni…forse nel DNA ho i tratti dei guerrieri sardi, i Shardana. Nemorino lo sento più lontano da me, mi è più difficile interpretare un personaggio debole….però allo stesso tempo mi diverto. 

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Torni in questi giorni al Teatro Filarmonico di Verona con Nemorino, esattamente dieci anni dopo il tuo debutto in questo ruolo proprio in questo teatro…quali sono le emozioni di questa occasione speciale?
Sì, Nemorino è stato uno dei miei primi ruoli, e l’ho debuttato al Filarmonico nel 2009 con la regia di Riccardo Canessa. Fu un grande debutto accolto con un bellissimo successo….fu anche il mio primo bis, spero non l’unico (ride). Quella produzione mi lanciò anche dal punto di vista mediatico, poichè l’opera venne trasmessa su Canale5 in una puntata del programma “Loggione” condotto da Vittorio Testa. Dopo quella trasmissione in tanti mi scrissero e fu sicuramente un importante trampolino di lancio per la mia carriera. Sono felice di tornare con Elisir a Verona, una città che ho nel cuore e che vive anche di lirica ai massimi livelli. E’ sempre una gioia cantare nei teatri italiani come questo perché è come venire a fare una revisione, poiché il pubblico conosce l’opera a menadito. Ricordo ancora le bellissime recite del 2009, mi sembra sia passato solo un giorno e invece sono dieci anni da quel debutto….il tempo vola!

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©Javier del Real

Nel tuo repertorio iniziano ad essere presenti anche ruoli più “pesanti”, penso al Jason in Medée…
Sì, debutterò Jason a febbraio alla Staatsoper di Berlino, e la stagione prossima riprenderò Rodolfo di Luisa Miller a Cagliari, il ruolo del mio debutto assoluto, a Parma, nel 2007. Avevo giustamente accantonato questo ruolo dopo l’esordio, mentre ora lo riprenderò con una nuova maturità vocale e interpretativa…oggi lo sento ancora di più nelle mie corde. Penso che la mia intelligenza sia stata quella di affrontare questi ruoli all’inizio della carriera con la mia voce, senza artifici e senza snaturarla cercando sonorità che non mi appartengono. Ancora oggi canto tutto con la mia voce con grande naturalezza. Naturalmente la mia è una voce in evoluzione e in crescita continua: se andate ad ascoltare le registrazioni del mio debutto e quelle di oggi si nota immediatamente che la voce è divenuta più scura e matura, pur non perdendo le sue caratteristiche peculiari come la naturalezza e la sicurezza del mio registro acuto…Questo mi fa pensare che sto facendo un bel lavoro sulla mia voce. Continuerò a cantare il repertorio di oggi finché potrò perché lo amo, però ogni tanto aggiungerò qualche ruolo più “pesante”. Non ho problemi nell’equilibrare queste due “facce” della mia carriera, il segreto sta nello studio costante e nel lavorare sulle difficoltà in modo tale da risolverle all’origine…Solo così si cresce.

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©Leone Facoetti

C’è un ruolo che sogni in questo momento?
Sì, e ce l’ho già in contratto ed è Werther! E’ un ruolo che adoro e che fin dall’inizio della mia carriera ho sempre sentito nella mia personalità e nel mio carattere. E’ un ruolo che arriva nel momento giusto della mia carriera, prima non mi sentivo pronto né vocalmente né mentalmente, mentre oggi mi sento all’altezza. 

Sei indubbiamente uno dei tenori italiani più importanti oggi e il tuo video Facebook di “A Marechiaro” cantato dopo una recita al San Carlo ha raggiunto oltre un milione di visualizzazioni: qual è il tuo rapporto con i social network? E qual è l’importanza di questi strumenti?
Sono strumenti molto importanti, però il vero problema è che bisogna assolutamente saperli gestire. Io non sono un grande esperto, li uso a livello amatoriale, mentre oggi è importante avere persone che li sappiano utilizzare in modo professionale e che siano consapevoli di ciò che è meglio pubblicare e cosa no. E’ un mondo che oggi ha una certa importanza e che va trattato con delicatezza, perché accanto ai risvolti positivi ce ne sono altrettanti negativi. I social sono diventati parte del nostro quotidiano, e i fan si aspettano ogni giorno dei contenuti nuovi ai quali bisogna dedicare grande attenzione per offrire sempre una qualità adeguata. Oggi il mito del tenore italiano che era in voga nel passato è indubbiamente cambiato, ma non sono cambiati i mezzi per diventare un grande cantante che sono il lavoro duro e lo studio attento e costante. 

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Prossimi impegni…
Dopo Elisir tornerò ad un ruolo che ogni tanto canto (anche se vocalmente non è troppo soddisfacente), Fenton in Falstaff alla Staatsoper di Berlino. Canto questo personaggio perché penso sia un banco di prova per la vocalità, un esame per verificare la solidità della propria tecnica vocale. E’ un personaggio breve ma vocalmente difficile, che mi permette un certo riposo dal punto di vista fisico e mentale e di studiare nel frattempo gli altri ruoli che devo affrontare nei mesi seguenti. Dopo di che debutterò Jason sempre alla Staatsoper di Berlino, farò Roberto Devereux al Théâtre des Champs-Elysées e tornerò al Teatro San Carlo di Napoli con Arturo nei Puritani. 

Visto che sei legato molto a Verona, ci sarebbe un ruolo che ti piacerebbe interpretare in Arena o al Filarmonico?
Amo cantare qui e quindi mi piacerebbe cantare qualsiasi ruolo che appartiene al mio repertorio di oggi. Amerei cantare Werther in Arena, anche se non è proprio un’opera areniana…forse più facile sarebbe cantare Edgardo in Lucia di Lammermoor all’Arena….sarebbe bellissimo! 

Grazie a Francesco Demuro e In bocca al lupo! 

Francesco Lodola

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