La visita di Mozart a Verona in occasione del suo primo viaggio in Italia è sempre stata velata di fascino e anche un po’ di competitività con la vicina Mantova che ospito il piccolo Amedeo nei giorni immediatamente successivi. Accade cosi che 250 anni dopo Verona omaggia questa gloriosa memoria con una serie di eventi musicali risultato di una collaborazione tra le due più importanti istituzioni musicali della città, Accademia Filarmonica e Fondazione Arena di Verona insieme al Comune di Verona e a Fondazione Cariverona, e culminata nel Concerto del 10 gennaio al Teatro Filarmonico.

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©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Il concerto, che apriva la stagione sinfonica 2020 di Fondazione Arena, vedeva la partecipazione come direttore e solista di Alexander Lonquich e la brillante orchestra dell’Arena di Verona, con un programma che si apriva con l’Ouverture de “Le nozze di Figaro”, un caposaldo del repertorio mozartiano, eseguito con brillantezza e vivo senso del teatro. A seguire il Concerto per pianoforte e orchestra n.27 in Si bemolle maggiore K595 e la Sinfonia n.41 in Do maggiore “Jupiter” K551.

Nel secondo brano Lonquich si siede al pianoforte mettendo in luce pulizia della linea con elegante uso delle dinamiche e grande cura del legato, riuscendo a colorare di lilialità le frasi del concerto, riuscendo anche perfettamente a gestire il rapporto con l’orchestra.

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©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

La stessa raffinata precisione è dedicata alla compagine orchestrale, che brilla per purezza strumentale e nitore timbrico.

Alla fine del concerto un brillante successo con numerose chiamate al proscenio per il Maestro Lonquich.

Francesco Lodola

Verona, 10 gennaio 2020

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