Si è chiusa tra i tripudi del pubblico l’ultima replica al Teatro Filarmonico di Verona di “Lucia di Lammermoor” che vedeva un cambio di cast per la protagonista, con il debutto veronese del giovane soprano albanese Enkeleda Kamani, debuttante anche nel ruolo.
Una produzione che ha dimostrato l’amore del pubblico verso questo caposaldo del repertorio Belcantistico, che però si è presentato in questa occasione con numerosissimi tagli ormai fuori tempo.
Cornice visiva è l’allestimento tradizionalissimo di Renzo Giacchieri (regia e costumi) con le scene di Alfredo Troisi, curatore anche delle efficaci proiezioni. Per una descrizione più approfondita dello spettacolo rimandiamo alla recensione della prima del 26 gennaio (qui per leggerla).

Si conferma diligente la concertazione di Andriy Yurkevych, in questa occasione anche più equilibrata nei volumi. Benissimo l’orchestra e il coro diretto da Vito Lombardi.
Si conferma vincente il cast maschile a partire dal Raimondo di Simon Lim, basso dotato di nobile vocalità gestita con tecnica magistrale che gli permette un fraseggio modellato sulla ieraticità ma anche sulla morbidezza.

Alberto Gazale si conferma ancora Enrico di grande caratura per presenza vocale e scenica, diventando catalizzatore di attenzioni durante tutti i momenti in cui è presente, ma soprattutto durante la sua grande cavatina con cabaletta, dove si è dimostrato ancora una volta cantante raffinato e artista di superiore levatura.

Enea Scala è un Edgardo commovente per generosità, esuberanza vocale e intensità interpretativa: grazie a tutte questa caratteristiche la sua scena finale diventa apice di una prestazione da incorniciare.

La novità della serata era rappresentata dal giovane soprano Enkeleda Kamani, la quale è stata protagonista di una prova convincente, mettendo in luce delle brillanti qualità come uno studiato ed elegante fraseggio e un’ineccepibile musicalità. Tuttavia il ruolo non sembra appartenerle del tutto, e la tessitura (parliamo di puntature e cadenza della pazzia di tradizione) non la mette completamente a suo agio. Quindi nonostante, ovviamente, un debutto preveda anche la possibilità di una successiva crescita, le caratteristiche del suo timbro e la trasparenza della sua linea e anche il temperamento ci fanno intravedere in lei un futuro di grande mozartiana o di brillante Giulietta belliniana.
Completano il cast Enrico Zara (Arturo), Lorrie Garcia (Alisa) e Riccardo Rados (Normanno).
Vogliamo dedicare questa recensione alla Signora Alma Luzi, mancata in questi giorni in tragiche circostanze. Alma era una delle più affezionate frequentatrici dei teatri veronesi, amica e sostenitrice di tantissimi artisti. Era anche una nostra grande supporter e ci mancheranno i suoi commenti pieni di entusiasmo reale e genuino per l’arte e i suoi protagonisti e il suo immancabile “suerte!”.
Francesco Lodola
Verona, 2 febbraio 2020