Dopo la chiusura forzata causa Covid 19, il Teatro Verdi di Trieste cerca di ripartire nei modi migliori. 10 concerti per altrettanti stili diversi, e dopo l’orchestra piena e i concerti corali ora tocca alle compagini dei archi e dei fiati nei loro repertori dedicati. Nella data odierna il programma vedeva musiche di L.Van Beethoven, R.Strauss , H.Tomasi e H.Carmichael sempre sotto la direzione del M.Paolo Longo. Il concerto ha ben saputo portare al pubblico presente le sfumature di quella grande famiglia che chiamiamo semplicemente “Fiati”. Dopo un omaggio dedicato a Beethoven che quest’anno ricordiamo i 250 anni della nascita con la sua celebre “Zapfenstreich” si è passati alle leggiadre sfumature della Serenade op.7 di Richard Strauss. Nella Serenade tutte le parti han ben saputo portare a termine il proprio compito, dipingendo una tavolozza di mille colori. Ottimo assieme e ottimi colori mai troppo aggressivi. Dalla penna di Richard Strauss, si è passati al intensità sonora dei Brass e percussioni con le ” Fanfares Liturgiques”, interessante varietà di linguaggi per un concetto quello della “Fanfara” troppe volte dato per scontato. Entrando nel dettaglio i Brass riescono a fondersi in un suono compatto e mai aggressivo, leggerezza e potenza ben si diversificano in questa esecuzione. L’uso delle percussioni è ben dosato creando atmosfere di rara raffinatezza. Il concerto si conclude con la celebre “Stardust”, dove tutto l’organico riunito ha portato il pubblico presente nelle atmosfere dei anni 20. Una direzione impeccabile quella di Paolo Longo, che ha saputo ben amalgamare passione e tecnica. Un concerto interessante, da riascoltare appena possibile.
Matteo Firmi
Trieste, 26 luglio 2020