Il 31 agosto l’Arena di Verona ha chiuso i suoi cancelli con l’ultimo degli appuntamenti del festival d’estate 2020.
Sgombrando subito il campo diciamo che quello di ieri sera è stato un evento che poco aveva a che fare con la lirica intesa in senso stretto, ma in qualche momento lo spettacolo ci ricordava più la televisione e le sue modalità.

A distanza di 24 ore dalla sua esibizione canora, Plácido Domingo saliva sul podio dell’Orchestra dell’Arena di Verona, non ripetendo tuttavia il felice esito della serata precedente. Lungo tutta la serata si sono notati problemi nell’accompagnare i cantanti e una sensazione di complessivo slegamento tra le sezioni dell’orchestra, la quale tuttavia mette in luce un’indubbia professionalità e autonomia.

Sul palcoscenico emerge Sonya Yoncheva, voce di bellissimo colore e di elegante presenza che si mette in luce nel lirismo di Mimì (finale quadro III de La Bohème), Juliette (“Amour, ranime mon courage”) e Manon (“Toi! vous!… N’est-ce plus ma main”), e anche nel duetto dal I atto di Tosca dove sfoggia un indubbio temperamento.
Al suo fianco Vittorio Grigolo mette in scena la sua esuberanza però esagerando con esagitazione scenica e vocale fatta di un continuo correre, e persino gettarsi a terra, e di una certa monotonia vocale. In questo modo non viene valorizzato, con nostro grande dispiacere, il materiale di qualità straordinaria del cantante, trasformando tutto in un’esibizione fine a sé stessa.
Chiudevano il quartetto vocale gli elegantissimi Davide Luciano e Mihaela Marcu, entrambi al debutto in Arena, i quali davano voce a Marcello e Musetta nella scena di Bohème: due artisti di primo livello che forse avrebbero meritato più spazio.
Al termine un grande trionfo, e un sospiro di sollievo per il tempo incerto che ci ha fatto compagnia per tutto il concerto.
Francesco Lodola
Verona, 29 agosto 2020