Stasera si esibiranno al Castello Carrarese di Padova. Sono tanti e sono giovani, ascoltarli mette il buon umore: loro sono la Gaga Symphony Orchestra. In questi giorni abbiamo avuto il piacere di avere con noi e di intervistare Simone Tonin e Sara Prandin, ovvero il direttore musicale e il direttore artistico di questo stupendo gruppo di ragazzi.

Spiegateci com’è nato questo progetto? Come si rende “giovane” un concetto così serio come un’orchestra sinfonica? 

Sara Prandin – Come tanti progetti è nato per gioco, volevamo divertirci suonando insieme… Tutto è partito da qui ed è proprio questo divertimento, nutrito ancora oggi di frizzante entusiasmo, che continua ad essere l’ingrediente principale della ricetta “Gaga Symphony”. Come si rende “giovane” un’orchestra? Inserendo in organico la batteria, per esempio! Noi, infatti, consideriamo la batteria proprio come il simbolo della musica pop/rock che viene ascoltata dal grande pubblico di oggi. C’è tanta serietà dietro un’orchestra sinfonica perché è un’arte che richiede una vita di studio, di passione e di dedizione, ma ciò non significa che debba trasmettere al pubblico solo “serietà”. Lo sterminato repertorio che viene definito limitativamente “classico” regala uno spettro altrettanto ampio di emozioni, tra cui sicuramente il divertimento.  Ci si può divertire con Mozart, così come con i Beatles, se si superano certi stereotipi e pregiudizi legati al genere. Noi quindi “catturiamo” e parliamo al nostro pubblico suonando ciò che va più di moda – o che ha fatto la storia nelle decadi passate – accompagnando gli spettatori nella scoperta, e di conseguenza nell’apprezzamento, delle sonorità sinfoniche, delle possibilità timbriche ed espressive dell’orchestra attraverso l’arrangiamento di un pezzo pop, per poi proporre subito a seguire un brano tratto dal grande repertorio sinfonico o operistico. In questo modo, con tale accostamento, il brano “classico” viene sempre accolto con lo stesso, se non maggiore, entusiasmo delle hit pop o rock suonate in precedenza. E questo è il nostro momento preferito di ogni nostro spettacolo, perché così sappiamo di aver centrato il punto e trasmesso “qualcosa” – un’emozione, un insegnamento, una suggestione, un motivo di approfondimento, ecc. – al nostro pubblico.

©Natascia Torres

La scelta del repertorio è uno dei vostri punti di forza, come nascono i vostri programmi? Cosa significa arrangiare un brano pop per orchestra sinfonica? E quali sono le principali difficoltà?

Sara Prandin In quanto compositore, lascio rispondere il Direttore d’orchestra Simone Tonin, nonché co-fondatore, insieme a me, della Gaga Symphony Orchestra.

Simone Tonin – Partiamo innanzitutto da ciò che vuole, o comunque si aspetta, il pubblico, ossia dalle canzoni pop più ascoltate, per poi arrivare a ciò che appartiene al nostro background musicale, ovvero il grande repertorio “classico”. È così che ci ritroviamo ad orchestrare le canzoni pop per grand’orchestra o altre formazioni, conservando il carattere originale del brano e inserendo suggestioni dei Maestri compositori del passato. Un pop (inteso in senso ampio e non solo come “genere”), quindi, che strizza l’occhio alla classica e viceversa. Nel nostro nuovo spettacolo “Note a Margine”, ad esempio, potreste ritrovarvi ad ascoltare Madonna arrangiata alla Wagner o una Beyoncé alla Ravel. Le principali difficoltà stanno nel saper mantenere il carattere proprio del brano esaltando le possibilità dell’organico orchestrale, in un gioco continuo di equilibrio e tensione. 

©Natascia Torres

Il concerto di Padova s’intitolerà Note a Margine: raccontateci un po’ com’è nato il programma, ci lavorate da tanto? 

Sara Prandin Le “note a margine” non sono le note musicali, bensì le note scritte a mano a lato della partitura, quando si analizza un brano o quando si è ispirati da un’idea. Quelle note che, in qualche modo, vi racconteremo io e Simone Tonin durante il concerto, “a margine” della musica e a lato del sestetto che si esibirà musicalmente.  Questo spettacolo è nato dalla situazione particolare e difficile che stiamo vivendo. Non ci sono al momento le possibilità per portare in scena l’orchestra sinfonica, così siamo passati letteralmente da 60 a 6 musicisti sul palco – più 2 voci narranti – e, per compensare la riduzione d’organico, affinché non risultasse uno spettacolo “ridotto”, abbiamo creato qualcosa di totalmente nuovo, che ha stupito noi stessi in primis mentre ci stavamo lavorando e stavamo perfezionando il format. Chissà, magari se non fosse stato per questa situazione negativa, Note a Margine non avrebbe mai visto la luce. Ma, come si dice, la necessità aguzza l’ingegno! E noi volevamo tornare a suonare quanto prima per emozionare ed emozionarci con il nostro pubblico, insieme e dal vivo.

Quali sono le difficoltà principali che avete trovato nel vostro cammino?  

Sara Prandin La risposta risulterà molto banale: le risorse finanziarie, o meglio, la loro mancanza. È il Problema – con la maiuscola – un po’ per tutto il mondo artistico considerato un po’ “di nicchia” in Italia, che per realtà come le orchestre si amplifica ancora di più, in quanto a lavorarci vi sono moltissime persone (e non solo musicisti!) con differenti esigenze tecniche. C’è anche da dire che, guardandola da un altro punto di vista, non possiamo che ritenerci fortunati. Sì, perché avrei potuto rispondere che una delle difficoltà da affrontare fosse trovare ottimi musicisti che fossero anche ottime persone, che troviamo difficile farci apprezzare dal pubblico meno avvezzo alla classica, che un progetto così tosto da gestire dopo un po’ può stancare…Invece no! Il nostro problema sono solo i banalissimi soldi. 

©Natascia Torres

Cosa significa far nascere un’orchestra da zero? E soprattutto senza “schei”…diciamo dal punto di vista finanziario?

Sara Prandin Proseguendo il discorso, forse il disagio maggiore sta nella difficoltà di trovare delle sedi idonee per le prove, sia in termini di spazio che di acustica, soprattutto quando siamo in sessantacinque. Per il resto, devo dire che abbiamo sempre guardato il lato positivo. In questo fa molto gioco il fatto di amare la musica, di divertirci tantissimo anche semplicemente stando insieme e di credere fino in fondo nel progetto “Gaga Symphony”. In principio, quando ancora non eravamo una vera orchestra ma solo un’idea, abbiamo coinvolto gli amici. La conquista più grande è stata trasformare questo gruppo di amici in una realtà professionale, crescendo insieme sia musicalmente che come formazione, consolidando i nostri rapporti e il nostro modo di fare musica insieme.  Non lo nego, non è stato facile. Io e Simone abbiamo imparato questo lavoro facendolo, ripartendo ogni volta dai nostri errori, ma la responsabilità è sempre stata enorme fin dall’inizio (forse, più di quanto ce ne rendessimo conto all’epoca). Non solo stavamo creando e crescendo un’enorme band, ma davamo vita a spettacoli e nuovi repertori partendo proprio da zero: organizzavamo gli eventi, ci occupavamo di tutti gli aspetti collaterali, dal service alla promozione, ecc. Ricordo, tutto questo, senza soldi! Facendo semplicemente del nostro meglio, aiutati dai nostri amici. Eravamo così “stressati” che ci venivano sfoghi cutanei, influenze pre-concerto… Non che ora le cose siano più facili, ma sicuramente abbiamo più esperienza, professionisti al nostro fianco pronti a supportarci e la situazione decisamente sotto il nostro controllo. Insomma, siamo più corazzati e pronti a tutto, ma sempre col sorriso!

©Natascia Torres

Prossimi progetti in vista?  

Sara Prandin e Simone Tonin Prima della pandemia avevamo in campo diversi progetti e spettacoli a cui ora stiamo dando una differente collocazione temporale. Sicuramente puntiamo nel proseguire a mettere in scena lo spettacolo “Note a Margine” e portare l’entusiasmo “Gaga Symphony” in giro per l’Italia. Più in generale vogliamo ancora crescere artisticamente, sotto diversi punti di vista: sperimentare nuove tecniche di arrangiamento, aumentare l’interazione con il pubblico durante i nostri spettacoli, trovare nuovi e coinvolgenti modi per comunicare con i nostri fan online. Stiamo anche lavorando a una “Gaga Symphony Academy”: ci piacerebbe insegnare attraverso la nostra visione della musica d’insieme e fare didattica non soltanto sulla musica classica, ma anche sul pop, sempre nello stile Gaga Symphony!

Grazie a Sara Prandin e Simone Tonin e alla Gaga Symphony Orchestra, e In bocca al lupo!

Matteo Firmi

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