Domenica 27 settembre sul palcoscenico del Teatro “Giuseppe Verdi” di Trieste si esibirà Sergej Krylov, violinista, direttore d’orchestra, musicista di fama internazionale e noto per il suo carisma coinvolgente. Il programma triestino vedrà sfilare pagine di Rossini, Čajkovskij, Mendelssohn e Paganini.  In un piovoso pomeriggio autunnale, il Maestro ci accoglie nel suo camerino per una piccola e veloce chiacchierata.

Maestro, come si è avvicinato allo studio del violino?

Sono nato a Mosca, centro della cultura artistica e musicale dell’ex Unione Sovietica. Provengo da una famiglia di musicisti: all’età di quattro anni mia madre mi ha avviato allo studio di questo meraviglioso strumento.

Negli ultimi anni abbiamo potuto vederla e ascoltarla molto spesso qui a Trieste: che rapporto ha con questa città e con l’orchestra del Teatro Verdi?

La prima volta che sono venuto a Trieste era nel 1995, ho suonato Prokof’ev. Sono sempre molto felice di poter tornare in questa bellissima città anche perché sono in ottimi rapporti sia con le maestranze del teatro che con gli orchestrali. Negli anni mi sono esibito sia come solista che come direttore/solista, formula che continuo a sperimentare nei vari concerti.

Quali sono le difficoltà che comporta un’esibizione da solista e direttore?

Le difficoltà sono principalmente a livello psicologico, trattandosi di due punti di vista opposti e complementari allo stesso tempo. Mentre il solista suona da solo, il direttore deve avere pieno controllo sia sull’orchestra che sullo stesso solista. Il compito più complesso è prestare la massima attenzione al proprio strumento, e quindi al proprio suono, e all’intera orchestra, la quale deve essere pienamente cosciente del fatto che il direttore non è sempre presente perché sta anche suonando da solo. Mi sono avvicinato alla direzione d’orchestra tramite l’invito dell’Orchestra da camera lituana di Vilnius, che quest’anno festeggia il sessantesimo anniversario dalla sua fondazione: mi sento privilegiato ad avere la strada spianata verso questo nuovo percorso artistico e musicale.

Quali sono i suoi autori preferiti?
Io non ho autori preferiti, sono sempre alla ricerca della bella musica in tutte le epoche e in tutte le parti del mondo. Anche nell’ex Unione Sovietica abbiamo avuto grandi autori, tra i quali Šostakovič e Prokof’ev: la loro musica era sicuramente influenzata dall’epoca storica, ma era comunque ben scritta. Dovendo andare più indietro nel tempo, un autore fondamentale è stato certamente Bach, ma anche Mozart, Rossini, Paganini e tanti altri. In conclusione, io cerco la musica da cui posso trarre ispirazione.

©Mary Slepkova

Sappiamo che ogni musicista ha un rapporto particolare con il proprio strumento: che rapporto ha lei con il suo violino?
Il mio violino è stato costruito nel 1994 da mio padre, celebre liutaio russo che si formò presso la liuteria di Cremona e fu il primo russo a tornare in patria con la medaglia d’oro al termine della formazione. 

Lei oltre alle attività di violinista e direttore, insegna presso il Conservatorio di Lugano, in Svizzera. Cosa significa per lei insegnare?

Prima di ogni altra cosa io vedo l’insegnamento come la possibilità di condividere con altri violinisti meritevoli la mia esperienza in campo musicale. Insegnando sono in grado di trasmettere tutto ciò che ho imparato ad altri musicisti che a loro volta lo insegneranno a chi verrà dopo di loro, così i miei insegnamenti non andranno mai perduti. 

Chi è Sergej Krylov fuori dal palcoscenico?

Quando non suono e non dirigo, coltivo tantissimi interessi: mi affascina tutto ciò che ha a che fare con il mondo marino, con le barche e con l’aria. Sono tutte cose che non sono mai riuscito a fare per mancanza di tempo, essendo la mia vita molto frenetica, correndo da un teatro all’altro. In questi ultimi sei mesi in cui tutti noi ci siamo dovuti momentaneamente mettere in pausa ho riscoperto il piacere di dedicarmi alle mie passioni: in particolare ho tenuto lezioni online con allievi provenienti da ogni angolo del pianeta, ma sono riuscito soprattutto a prendermi del tempo per qualcosa che non sia il mio lavoro. 

©Mary Slepkova

Cosa pensa della didattica online?

Ho sentito tanti colleghi che se ne sono lamentati. Per il mio modo di lavorare, la didattica online è estremamente funzionale: questa tipologia di didattica impone anche una maggiore attenzione al rapporto tra insegnante e allievo, cosa che spesso nelle lezioni dal vivo è posta in secondo piano. Attraverso la didattica online ho avuto l’occasione di lavorare con musicisti da tutto il mondo, imparando e insegnando allo stesso tempo. 

Se potesse incontrare un musicista del passato, chi vorrebbe incontrare e perché?

Anche qui non riesco a dare una risposta precisa. Mi sarebbe estremamente piaciuto poter lavorare con Claudio Abbado e Lorin Maazel, ma non ci sono mai riuscito. Non ho ancora potuto incontrare personalmente Riccardo Muti, ma mi piacerebbe suonare con lui. 

Ringraziamo il Maestro Krylov e gli auguriamo buon lavoro. Appuntamento per domenica 27 settembre alle ore 18!

Si ringrazia Cecilia Zoratti per la preziosa collaborazione. 

Matteo Firmi

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