Li aspettavamo nel mese di aprile, ma per via della situazione in cui ci troviamo abbiamo dovuto aspettare un po’. Loro sono l’Ars Trio di Roma, ovvero Laura Pietrocini, Marco Fiorentini e Valeriano Taddeo che a Trieste hanno lasciato il segno già diciannove anni fa vincendo il premio “Trio di Trieste”. Questa sera affronteranno un programma che, in una sorta di ritorno al passato, dalla musica contemporanea ci porta al romanticismo beethoveniano. Abbiamo trascorso con loro il tempo di un aperitivo per conoscerli meglio. Che cosa rappresenta per voi la musica?

La musica è un modus vivendi, è una sorta di bolla magica che galleggia sopra qualcosa di non tangibile; è un linguaggio che utilizziamo per sentire ma anche per pensare e per comunicare con chi abbiamo davanti, esaltando al massimo ognuno dei nostri cinque sensi. La musica è inoltre il veicolo che permette all’esecutore di comunicare con il pubblico colmando la distanza tra il palcoscenico e la platea.

Nel concerto che ascolteremo eseguirete anche musica contemporanea: come vi siete avvicinati a questo tipo di musica?

Per noi la musica contemporanea è assolutamente vitale e fondamentale da vivere e da scoprire: cerchiamo sempre di immergerci nella musica, in cui tutto ciò che sentiamo e percepiamo viene amplificato. La musica contemporanea si rifà a diversi generi musicali, ma dobbiamo sempre ricordare che si tratta della musica del nostro tempo: ogni musica è stata la musica contemporanea del proprio tempo, anche se non sempre è arrivata immediatamente al pubblico. Questo tipo di musica è indissolubilmente legato alla curiosità: non bisogna mai smettere di essere curiosi, di osservare il mondo e capire il contesto in cui viviamo. La curiosità, come la musica, serve all’uomo per essere felice.

Voi siete stato l’ultimo ensemble italiano a vincere il Premio Trio di Trieste: come affrontate la preparazione a un concorso?Quando ci si prepara per un concorso si deve avere un obiettivo comune, per raggiungere il quale studiamo con la massima concentrazione. Abbiamo vinto il Premio Trio di Trieste nel 2001: questa competizione figura tra le più importanti del mondo, insieme al Concorso Internazionale di Musica ARD di Monaco (Germania) e al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Osaka (Giappone). Per noi è stato molto importante, essendoci formati artisticamente presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena sotto la guida del Trio di Trieste. All’interno di un concorso è importante non solo suonare bene ma anche far sì che il proprio modo di suonare venga apprezzato dalla giuria che ascolta.

Come è nato l’Ars Trio e come avete capito di voler fare musica insieme?

Laura: Abbiamo iniziato suonando come duo (Marco ed io) in preparazione a concorsi musicali, ma occasionalmente suonavamo anche con altri strumentisti. Poi è nata la collaborazione con Valerio, che conoscevo già da tanto tempo. La decisione di costituire un trio è nata dalla nostra passione per la musica da camera, ma nel trio – a differenza del quartetto d’archi – ogni strumento ricopre un ruolo di primaria importanza.

Noi chiudiamo le nostre interviste chiedendo ai nostri ospiti: se poteste incontrare un autore del passato, chi scegliereste e perché?

Marco: Se ne avessi la possibilità, io vorrei incontrare Beethoven: la sua musica, rappresentando il passaggio tra il classico e il romantico, racchiude in sé molto di più di ciò che possiamo ascoltare. Nel suo immenso repertorio c’è un’immensa genialità ma allo stesso tempo una grande umanità.

Laura: A me piacerebbe incontrare Débussy e vivere in quell’epoca in cui gli artisti si conoscevano di persona e toccavano con mano il loro operato, osservando insieme passo dopo passo la costruzione della loro arte.

Valeriano: Mi sarebbe piaciuto conoscere Schubert e ascoltarlo mentre suonava con i suoi amici durante le “Schubertiadi”. Ma mi sarebbe anche piaciuto ascoltare un concerto di Arcangelo Corelli, un pianista formidabile che quando si sedeva al suo strumento trasferiva tutta la sua passione in ogni singolo suono.


Ringraziamo l’Ars Trio di Roma per la disponibilità e vi diamo appuntamento per oggi e domani, 24 e 25 ottobre, al Teatro Verdi di Trieste alle ore 18!

Matteo Firmi e Cecilia Zoratti

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