Continuano gli appuntamenti musicali in streaming del Teatro dell’Opera di Roma, con programmi sinfonici di grande interesse. Nell’occasione del 19 dicembre, il concerto vedeva come protagonisti il direttore musicale del teatro Daniele Gatti sul podio e il soprano Carmela Remigio. Il programma prevedeva musiche di Mozart e di Beethoven.

La serata iniziava con protagonista l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma che eseguiva brillantemente l’Overture del Don Giovanni. Poi era il turno della grande trionfatrice della serata, Carmela Remigio con le due arie di Donna Elvira. L’effetto è straordinario, la combinazione di due sentimenti contrastanti: da un lato la meraviglia generata dall’ascolto dell’ennesima prova di una veterana nel ruolo di Elvira (come per quello di Donna Anna); dall’altro anche un grande senso di nostalgia per il teatro dal vivo. E’ infatti un peccato sentire in un concerto in streaming una così grande interpretazione che dal vivo nella sala di un teatro avrebbe senz’altro creato una elettricità tangibile. Carmela Remigio esegue le due arie di Donna Elvira con una sicurezza nei mezzi espressivi e vocali da vera fuoriclasse: la parola è argento vivo e il colore della voce è sempre omogeneo. Segue l’impervia aria di Ludwig van Beethoven “Ah, perfido!”, scena ed aria per soprano ed orchestra op.65. Il pezzo, lungo e articolato, è talmente bello e grandioso di per sé, che non sembra possibile potervi aggiungere nulla di più, ma è qui che il soprano ci stupisce ulteriormente, dando al brano una varietà di accenti e colori, non solo vocali, veramente invidiabili. Segue, infine, la Sinfonia n. 38 in re maggiore “Sinfonia di Praga”, K 504 di Mozart di cui si apprezza, fra gli altri, il primo movimento.

In conclusione, si è trattato di un magnifico concerto che ci dà due conferme: prima di tutto l’affiatamento fra il maestro Gatti e l’orchestra del Costanzi, che hanno dato prova di grandissima sensibilità esecutiva; E poi il ruolo che un’artista come Carmela Remigio ha a qui a Roma, una vera colonna portante del teatro.
Paolo Mascari