Il primo concerto sinfonico aperto al pubblico al Teatro Filarmonico di Verona vedeva ancora una volta un programma di grande interesse, monografico, in quanto incentrato totalmente sulla figura di Giovanni Bottesini, considerato come il più grande contrabbassista mai esistito, che dedicò la sua vita sia al virtuosismo strumentale che alla composizione, divenendo comunemente conosciuto come il Paganini del contrabbasso. Egli fu anche direttore d’orchestra (diresse la prima al Cairo di Aida nel 1871) e come compositore, pur non raggiungendo i livelli dei suoi contemporanei, si dedicò sia al sinfonismo che al teatro musicale, con risultati ragguardevoli. La popolarità di Bottesini è legata alla prima di Aida naturalmente, ma egli invece si seppe ritagliare un suo spazio in un mondo del teatro che era dominato prima da Verdi e poi da Puccini, rispetto ai quali era evidentemente difficile emergere.

La serata veronese vedeva il Concerto n.1 in sol minore per contrabbasso e orchestra, l’Ouverture da Alì Babà, Il Nilo da Notti arabe, L’Alba sul Bosforo e la Sinfonia da Il Diavolo della notte. In tutte queste pagine emergeva la sensibilità melodica di Bottesini, la ricerca di un sinfonismo pre-pucciniano di grande presa sonora ed emotiva. L’involo melodico è sempre felice e sfogato in maniera entusiastica.
Sul podio dell’Orchestra dell’Arena di Verona il felice ritorno del Maestro Sebastiano Rolli, una certezza nel dipanare le preziosità strumentali e la forza drammatica di pagine evidentemente legate al teatro. Gli rispondeva un’orchestra in splendida forma per omogeneità sonora e intenzioni espressive.

Bottesiano di ferro, il contrabbassista Giuseppe Ettore metteva in luce la scrittura affascinante e abbagliante del virtuoso Bottesini, reggendone a pieno le asperità e le richieste, divenendo interprete acuto ed eloquente.
Una serata riuscita con numerose chiamate per i due protagonisti. Ettore rispondeva proponendo l’Elegia n.2 Romanza drammatica sempre del Bottesini, mentre in chiusura Rolli proponeva Piccola preghiera, uno schizzo musicale di fragile e toccante emotività.