Tornano gli appuntamenti del Teatro Regio di Torino: è Regio Opera Festival, rassegna estiva del panorama operistico piemontese che promette di arricchire l’offerta culturale della città di Torino in questa estate 2021 fino al mese di settembre. Un ventaglio di eventi imperdibili che spaziano tra Opera (Madama Butterfly, Pagliacci e Barbiere di Siviglia, per citarne alcune), ma anche concerti e adattamenti per i più piccoli.
L’idea è quella di stabilire un dialogo serrato con la cittadinanza torinese offrendo una stagione estiva a prezzo calmierato ma prestando attenzione alle tematiche sociali. Il tutto nella location imperdibile di Palazzo Arsenale, inaugurato a ridosso dell’estate dopo un’intensa attività di ristrutturazione. L’inaugurazione del festival, affidata come di consueto alle menti di Rosanna Purchia e Sebastian Schwarz, si è svolta all’insegna dell’Elisir d’Amore già presentato in streaming nel mese di aprile.

Non si registrano variazioni di cast ad eccezione della direzione di Matteo Beltrami che sale per la prima volta sul podio torinese per offrire una prova di indubbia qualità, un dialogo misurato sull’approfondita ma equilibrata ricerca espressiva, che viene ancora complicata da un ambiente di lavoro sicuramente affascinante ma non generoso. Beltrami, però, è in grado di aggirare le difficoltà di un’amplificazione necessaria per costruire una direzione apprezzabile e sempre attenta alle esigenze del canto.

Si confermano le buone impressioni suscitate dalla trasmissione streaming che vedevano largo interesse nel Nemorino di Bogdan Volkov, in possesso di vocalità chiara e pulita che ne fanno un interprete estremamente interessante; grande soddisfazione anche per l’Adina di Mariangela Sicilia che riporta sul palco il lirismo che l’aveva incoronata ad aprile come eccellente interprete di questo ruolo. Supera le aspettative, invece, il Dulcamara di Marco Filippo Romano che costruisce un personaggio sorprendentemente spontaneo, mai eccessivo nella sua teatralità indossata con la potenza di un canto impostato, espressivo ma sufficientemente agile. Giorgio Caoduro dipinge un Belcore grottesco come previsto dalla caratterizzazione scenica della regia di Fabio Sparvoli con l’aiuto delle scene di Saverio Santoliquido e i costumi di Alessandra Torella. Bene anche la Giannetta di Ashley Milanese e l’assistente del dottor Dulcamara interpretato da Mario Brancaccio.
In conclusione uno spettacolo complicato da una location fuori dal comune che ha messo a dura prova le abilità tecniche e sceniche di un cast che si è dimostrato all’altezza e che ha confermato la qualità riscontrata nei mesi scorsi.