Il teatro Verdi di Trieste riapre le porte al pubblico e lo fa con una delle opere più amate dai suoi spettatori, La Traviata di Giuseppe Verdi, un’opera talmente popolare che non c’è bisogno di aggiungere nulla.

L’allestimento proposto è quello portato nella fortunata tournée giapponese del 2019. Il ruolo di Violetta è stato ottimamente interpretato da Ruth Iniesta, che con disinvoltura ed eleganza ha ben convinto il pubblico sia vocalmente che sotto l’aspetto teatrale. Una performance di alto livello che resterà nelle memorie di molti. Alfredo, interpretato dal giovane tenore Marco Ciaponi, si è espresso molto bene sotto tutti gli aspetti vocali: buona la scena, aria e cabaletta che apre il II atto “Lunge da lei…De’ miei bollenti spiriti…Oh mio rimorso!”, e interessante per varietà di fraseggio la lettura dell’atto terzo. Il rapporto tra Violetta e Alfredo è quello che ovviamente ha subito fortemente le limitazioni imposte dall’epoca Covid-19. Ottimo colore vocale per Angelo Veccia: il suo Giorgio Germont evidenzia una caratterizzazione forte e ben marcata, mostrando di sapersi destreggiare al meglio sul palcoscenico. Buono il suo “Di Provenza il mare, il suol” e molto convincente durante la paternale di “Disprezzo degno”.

©Fabio Parenzan

La parte di Annina è affidata alla giovane Elisa Verzier, che inizialmente appare timida ma sfoggia in seguito buona presenza scenica e vocale nel finale dell’opera supportando Violetta nelle sue ultime ore. Andrea Binetti ha ricoperto il ruolo del Barone Duphol con vocalità chiara e ben impostata, teatralmente ha reso al meglio le sue doti attoriali. La voce di Rinako Hara nel ruolo di Flora Bervoix pecca di una caratterizzazione eccessiva pur essendo elemento funzionale. Buone e convincenti tutte le altre parti di fianco: Motoharu Takei (Gastone), Giovanni Palumbo (Marchese d’Obigny), Hektor Leka (Dottor Grenvil), Dax Velenich (Giuseppe), Damiano Locatelli (un domestico di Flora) e Giuliano Pelizon (un commissario). Efficaci i due ballerini solisti, Guillermo Alan Berzins e Marijana Tanasković.

©Fabio Parenzan

L’orchestra della fondazione ha regalato alla città una bella serata: buone le dinamiche e buono globalmente l’assieme, anche se ampiamente condizionato dalle problematiche dovute al Covid-19. La direzione di Michelangelo Mazza è risultata ben condivisa con l’orchestra.

Il regista Mariano Baduin disegna una Traviata chiara ma fredda: l’evidente lavoro di regia è purtroppo stato ampiamente penalizzato dalla situazione contingente a livello di distanziamento sociale anche sul palcoscenico. Un plauso alla Fondazione che ha voluto fortemente dare un chiaro segnale di ripartenza. 

Trieste, 25 giugno 2021

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