All’Arena di Verona quest’anno ogni ripresa settimanale di uno dei titoli in cartellone, riserva dei cambiamenti, in un vorticoso girotondo di grandi cantanti, che intrecciano le loro storie con il palcoscenico dello straordinario anfiteatro scaligero.

Così avviene per la recita di Aida del 21 luglio, con una compagnia di canto quasi del tutto rinnovata e per l’ultima volta il Maestro Matheuz sul podio. Proprio la sua prova tuttavia non può essere definita pienamente convincente, poiché tornano a farsi sentire molti squilibri (giustificati nella difficoltà della situazione) nel rapporto sia con il palcoscenico, che con il coro posizionato sulle gradinate. La sua Aida quindi si limita a cercare sempre di ottenere la perfetta quadratura del cerchio.

©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Sul palcoscenico si conferma eccellente il Messaggero di Carlo Bosi e splendida la Sacerdotessa di Chiara Isotton, mentre risultano efficaci le prestazioni di Viktor Shevchenko (Il Re) e Romano Dal Zovo (Ramfis). Amneris è assicurata all’alta affidabilità di Olesya Petrova, voce importante per volume e colore autenticamente mezzosopranile, che onora ogni appuntamento del suo personaggio, non lesinando in raffinatezze e impetuosi scatti vocali e interpretativi.

Non altrettanto bene si può dire dell’Aida della debuttante Maida Hundeling, voce che sarebbe pure importante, pur non possedendo colore di particolare fascino, ma che appare disomogenea nel timbro (con un discutibile registro grave), un’intonazione non sempre precisa, e interpretativamente mancante. Accanto a lei non appare in splendida forma nemmeno il Radames di Roberto Aronica, che avrebbe pure le carte per essere un protagonista di sicuro interesse, ma che paga la tensione in “Celeste Aida”, pur riscattandosi successivamente, nonostante più di qualche imprecisione nel IV atto.

©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Isola di autentico canto verdiano è l’Amonasro di Simone Piazzola, che con accenti nobili, una linea di canto che si impone per l’eleganza e la giustezza degli accenti, delinea un personaggio coinvolgente, meno selvaggio e protervo, ma in possesso di una regalità assolutamente superba.

Efficace ancora una volta lo spettacolo multimediale firmato Fondazione Arena.

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